La vita è fatta di
istanti.
Decisivi. Segnanti.
Spesso, imprevedibili.
Prendete quel che è
successo ieri.
Un mattino di cielo
novembrino, lassù scorre il tormento delle nuvole. Nell’aria ancora l’odore della pioggia e nelle piccole pozze sull’asfalto qualche guizzo di luce.
Quaggiù, un uomo
sente scendere l’autunno dentro il cuore.
Sguardo irrimediabilmente smarrito e gambe che si muovono
verso il nulla. Forse, la menzogna di questa esistenza fatta di cinismo e
indifferenza, dolore e solitudine s’è improvvisamente squadernata dinanzi ai
suoi occhi.
“Un battito di ciglia e sarà tutto finito, lo giuro. Lo hanno fatto
altri, perché non dovrei farlo io, toglierò da ogni impiccio i miei cari
prim’ancora che me stesso”, si sarà detto nel buio dell’anima.
Così i passi,
prima tremuli, poi stranamente fermi lo portano a scavalcare il muretto che
separa l’extramurale dai binari delle ferrovie del nord barese.
Un treno
arriverà e sarà tutto finito…
Dopo l’istante che ha rivelato l’ipocrisia del
mondo che ci circonda, si aspetta solo l’istante in cui qualcuno spegne i
colori – bellissimi e atrocissimi – della vita.
Ed è qui, che,
d’incanto, scatta un altro istante.
Meraviglioso e unico.
Quello che nessuno vede e che
fa entrare in azione la “cooperativa del cuore”.
Un altro uomo, non più giovanissimo, nota l’uomo
disperato che s’avventura sui binari.
“No, non può essere, perché mai vorrà
perdersi il dono del domani?” e si mette a correre verso quella barriera di
cemento.
Il treno, frattanto, sta arrivando.
Tutto è scritto? Macché.
Il macchinista – ah, quante vite
ha portato da una parte all’altra e chissà quanti pensieri su quelle rotaie che
si perdono all’orizzonte senza toccarsi mai…– s’accorge di quelle due figure
che si muovono e lancia l’allarme e frena quanto più possibile, come se nella sua
mano ci fosse pure la forza del cuore.
Più in là, sulla strada, un ragazzo come tanti, di quelli che oggi ci
sembrano tutto computerfacebookplaystation e forse ha i giorni pieni d’affanno
perché non trova un lavoro e vorrebbe donare tutto sé stesso agli altri, sta rincasando quando coglie quel trambusto dall’altra
parte del muretto.
Lascia l’auto e si scapicolla senza pensarci verso quel fratello coraggioso che sta
sciogliendo la sofferenza del fratello disperato con parole di balsamo e, forse, una tenera carezza.
Ecco la “cooperativa del cuore”.
Il macchinista è riuscito a far fermare
il convoglio ed è sceso a dar conforto all’uomo che s’è visto circondato da un
mare d’amore e da quell’onda è stato sommerso.
Un sospiro lungo lungo dopo attimi concitati.
Sua sorella, accorsa anche lei in quel punto, incredula non meno che atterrita, ha perso i sensi e la
“cooperativa” s’è fatta carico anche di lei.
Già, non tutto è ancora perduto,
quaggiù, se riusciremo a realizzare il piccolo grande miracolo che solo gli
uomini sanno fare: il miracolo dell’amore…