Ecco di seguito il prezioso contributo dello storico del calcio bitontino Gianvito Rubino, per fare chiarezza una volta per tutte sui primi vagiti del pallone nostrano.
Il 26 agosto 2018 sarà molto probabilmente (già perché si attendono conferme ufficiali, giacché la data della sfida potrebbe slittare) scritta una pagina importantissima della storia del calcio per la città di Bitonto. L’U.S.D. Bitonto affronterà, per la prima volta nella sua storia ultracentenaria in una gara ufficiale, il derby con la S.S.C. Bari.
E’ arrivato quindi il momento di fare chiarezza una volta per tutte circa l’origine del calcio neroverde nella Città degli Ulivi, che non tutti conoscono bene creando pertanto confusione involontaria.
Come da fonte ufficiale – “Gazzetta del Mezzogiorno” del 23.09.1977 e “Gazzetta del Mezzogiorno” del 03.09.1982 – il Bitonto nasce nel 1914 con il nome di “Vis Nova”, fondato dal prof. Antonio Amendolagine insieme al colonnello Pasquale Lomaglio e al tenente Schino, militare in servizio in quel periodo nella nostra città.
Era un Bitonto giovanissimo, che conduceva battaglie calcistiche presso il campo Obelisco, lì dove oggi sorgono i portici Chiddo, soprattutto contro l’Ideale Bari e la Ferrovieri Bari in un periodo, quello della prima guerra mondiale, in cui il calcio era ancora agli albori, “prima ancora che si costituisse l’Associazione Bari”.
Da qui in avanti abbiamo notizie discontinue fino al 1921 quando per la prima volta apprendiamo che la “Vis Nova Bitonto” cambia denominazione in “Unione Sportiva Bitontina”, società polisportiva che sarà presente in tutte le competizioni agonistiche dal calcio al ciclismo. Il documento a noi noto è una Copia di Deliberazione della Giunta Municipale del 3 maggio 1921 in cui si evince che la suddetta società chiedeva al Municipio di Bitonto un “appezzamento di terreno per campo sportivo e un sussidio per lo sviluppo dell’istituzione”.
Tutto questo fino al 1925 quando da un articolo de la “Gazzetta del Mezzogiorno” del 30.08 scopriamo che la “Unione Sportiva Bitontina” si trasformava in “Società Sportiva Miguel Ventafridda Bitonto”, in quanto l’argentino di origini bitontine, l’ing. Miguel Angel Ventafridda, direttamente da Buenos Aires, inviava alla società sportiva ingenti somme di denaro in favore dello sviluppo degli sports nella sua amata Bitonto.
Nel 1928 ( fonte “Gazzetta del Mezzogiorno” del 01.02 ) la “Miguel Ventafridda” cambiava nuovamente denominazione in “Società Sportiva Fascista Bitonto” o “Unione Sportiva Fascista Bitonto”, a seconda della scelta stilistica dei giornali dell’epoca, partecipando al suo primo campionato ufficiale: la Terza Divisione.
Tanti sono gli avvenimenti degni di nota che sarebbe doveroso ricordare tra la fine degli anni ’20 e il primo dopo guerra, ma come già sopra detto, preme finalmente e in modo definitivo dar luce ai punti cronologici salienti della storia neroverde.
Nel 1945 nasceva la “Unione Sportiva Serenissima Bitonto”, tanto cara a molti, sotto la direzione di Michele D’Acciò, anima dei leoncelli negli anni ’30. Sarà una squadra fortissima che sfiorerà la Serie C, che ne chiederà l’iscrizione successivamente senza esserne ammessa ma che per la prima volta porterà Bitonto fuori da confini regionali disputando per quattro stagioni il campionato di “Promozione Interregionale”.
La “Serenissima” sarà rimpiazzata nel 1955 dalla “Polisportiva Libertas Bitonto” e, successivamente, nel 1957 dall’ “Unione Sportiva Bitonto”. La più famosa di tutte: la squadra che nel 1968 conquistò il ritorno in quarta serie dopo ventanni dalla prima volta e le cui gesta sono ancora vive tra i tifosi bitontini.
Dal 1957 le società che si sussegueranno confermeranno questo nome, fatta salva una breve parentesi della “Nuova Bitonto” nei primi anni ’90.
Oggi l’Unione Sportiva ha ceduto l’antichissima eredità sportiva all’Unione Sportiva Dilettantistica Bitonto Calcio del presidente Francesco Rossiello, la quale avrà l’arduo compito di farsi carico di una storia che dal 1914 fieramente i bitontini portano avanti.