di Pasquale Fallacara
In passato, presso Santo Spirito, antica marina di Bitonto, all’estrema destra della caletta posizionata nelle adiacenze della “Torre Asburgica”, sulla scogliera protesa verso il mare, sorgeva un caratteristico trullo ottocentesco denominato “Sciala al Castello”. Conosciuto più comunemente con il toponimo “Sciala di Ciccillo”, realizzato con la tecnica delle pietre a secco, dotato di pensilina a visiera carica di fascetti di rami d’ulivo, che ombreggiavano uno scoglio piano, era adibito a spaccio di cozze nere.
Questo rudimentale “chalet” a mare, era abitato per tutta l’estate da “Ciccillo” (Francesco), un vecchio pescatore che vigilava sull’adiacente deposito di frutti di mare messi a spurgare in due rustiche vasche cintate da un tozzo muretto a secco. Accanto al trullo era scavato un pozzetto per l’acqua sorgiva denominata “acqua di Cristo” dove guazzavano, al fresco, numerose bottiglie di gassosa, turate da una pallina di vetro che fungeva da tappo a pressione.
Mariantonia, compagna di Ciccillo, coadiuvava il marito nella vendita delle cozze, ed in attesa dei clienti, seduta su di un rozzo sgabello di legno, rappezzava le reti dei pescatori della zona. “Ciccillo”, caratteristico personaggio del piccolo villaggio di Santo Spirito, dal volto pieno, punteggiato di peli spinosi, occhio nero e linceo, denti sani ma levigati dal trituramento del pane raffermo, durante l’estate sonnecchiava all’aperto, su di un saccone di paglia, con gli occhi socchiusi, a guardia dei preziosi mitili, pronto a scattare in piedi se giungeva un compratore al quale porgeva i prelibati frutti di mare aperti con mosse fulminee tramite un caratteristico coltello appuntito e senza sfregiarne il mollusco. Qui numerosissimi bitontini si recavano d’estate per gustare i succulenti frutti di mare, sfidandosi in interminabili e spericolate mangiate di cozze.
Agli inizi del Novecento, a seguito della morte di Ciccillo, avvenuta nel 1916, la “Sciala”, abbandonata a se stessa finì per crollare. Successivamente, all’atto della demolizione fu interrato anche il pozzo dell’“acqua di Cristo”, cancellando per sempre il ricordo della “Sciala” e di “Ciccillo”, caratteristico personaggio del piccolo villaggio di Santo Spirito.