La Sanb è ufficialmente partita. Come sappiamo, dall’inizio di agosto, dopo oltre 50 anni di gestione Asv, ad occuparsi dell’igiene urbana, a Bitonto, è subentrata la Sanb, la Società ambientale nord barese. È giunto, dunque, a conclusione un percorso lungo e frastagliato, che, in alcune fasi, sembrò anche vedere il progetto Sanb arenarsi del tutto.
E, invece, no. Dopo tanti anni da quando si iniziò a parlare di un gestore unico, interamente pubblico, che gestisse il servizio nei cinque comuni dell’Aro Bari 1, ieri, finalmente, a progetto partito da meno di una settimana, la Sanb è stata presentata alla stampa, nella sede di Corato di via Mangilli, laddove, prima, c’era l’Asipu.
«Siamo finalmente arrivati alla prima società a capitale interamente pubblico in ottica di Aro, che coinvolge tanti territori. In realtà, nonostante i tempi lunghi, siamo tra le poche Aro che hanno realizzato qualcosa. Altre ancora navigano a vista» spiega il sindaco di Bitonto Michele Abbaticchio, aggiungendo che, per l’allargamento del servizio porta a porta all’intera città bisognerà attendere l’anno prossimo, in quanto, finchè c’era ancora la gestione Asv, non era possibile effettuare investimenti.
Sull’importanza di una gestione pubblica si sofferma, invece, Roberto Toscano, amministratore unico della società, secondo cui la Sanb realizzerà la parte buona del pubblico, vale a dire trasparenza, efficienza, flessibilità, e funzionalità, senza sperperi di denaro pubblico e senza le pressioni dei privati che hanno possibilità di alzare i prezzi: «Ci tengo a ringraziare tutti quanti, sia gli integralisti della prima ora, che sin dall’inizio hanno voluto che il progetto Sanb si realizzasse, sia chi ha sollevato dubbi e perplessità, permettendo che, in corsa, si potessero fare aggiustamenti preziosi. Non è stato certo facile mettere d’accordo cinque comuni abituati da tantissimi anni ad intendere il servizio di igiene urbana come qualcosa di proprio. Mentre, con la Sanb, è stato chiesto loro di abbandonare i campanilismi e trovare un comune accordo per una gestione integrata che potesse realizzare obiettivi di economicità. Non è stato facile anche perché, negli anni, ci sono stati cambi di amministrazione, nei vari paesi, e modifiche legislative a cui ci si è dovuti adeguare».
E tra chi di dubbi ne ha sollevati e anche tanti c’è Tommaso Minervini, sindaco di Molfetta, che spiega come non sia certo facile dismettere una storica azienda cittadina. Tanto meno in assenza di certezze sui mezzi e, soprattutto, su chi lavora.
Oltre ai sindaci dei cinque paesi coinvolti è intervenuto anche Gianfranco Grandaliano, che dell’Aro è stato commissario e che, anche come presidente dell’Ager, ha seguito tutto l’iter e che si augura oggi che la prossima tappa sia la chiusura del ciclo dei rifiuti: «Ovvio che il primo passo è la raccolta. Dopo di che saranno affrontati anche i problemi relativi agli impianti, dal momento che riteniamo che questa società debba avere uno sviluppo industriale tale da consentire la chiusura del ciclo dei rifiuti all’interno dell’Ambito di Raccolta ottimale».