Della PROF.SSA MARIA ANTONIETTA ELIA
La Resurrezione è una promessa, è una speranza, è una realtà, è una verità di fede?
Per i credenti cristiani è tutto questo. La morte, evento che interrompe il fluire della vita, rimane estranea a questa ricomposizione, a questa rinascita e retrocede nel suo fallimento. Cristo è risorto al terzo giorno dalla sua morte. Era scritto. Il corpo morto con i segni delle trafitture si mostra nella sua realtà agli apostoli.
Un’esperienza quella della Resurrezione di Cristo che dilata i nostri cuori e infonde in essi la speranza di veder trionfare la vita sulla morte, il veder lacerate le tenebre per ridare spazio alla luce vivificatrice. Resi forti da questa realtà, i credenti accettano la morte come montanea interruzione di un cammino che riprenderà ad essere percorso con la resurrezione.
Oggi sperare nella resurrezione ci rasserena e ci lenisce il dolore per la scomparsa di molti fratelli falcidiati dalla scura del virus che ha teso loro un agguato.
Oggi, periodo in cui emerge la nostra fragilità e ci sorprende lo stato di impotenza, è bello pensare che la promessa della resurrezione non è un’illusione ma una certezza, che la rinascita è sia a livello del corpo non più interte e debole, sia della mente non più assuefatta all’inerzia e all’abbandono.
Oggi è bello credere che la resurrezione è per l’umanità intera.