Nella Puglia del post-pandemia si punterà a costruire una sanità a chilometro zero. È questa l’intenzione dell’assessore regionale alla Sanità, Pier Luigi Lopalco, che vorrebbe attivare 31 ospedali di comunità. La realizzazione passerebbe attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il Pnrr, che mette sul tavolo regionale 78,7 milioni di euro per attivare un totale di 507 nuovi posti letto in tutta la Puglia. Entro il 2026 la Puglia dovrà destinare una rete di strutture residenziali a ricovero breve, destinate a pazienti che necessitano di interventi sanitari a media e bassa intensità clinica e per degenze di breve durata. Presidi a gestione prevalentemente infermieristica attraverso i quali la Regione punti a garantire una rete di cura capillare sui territori. Gli ospedali di comunità dovrebbero contribuire a ridurre il numero di accessi impropri ai servizi sanitari, soprattutto ai pronto soccorso e nelle strutture di ricovero. L’intenzione della Regione è di riattivare prioritariamente le strutture già presenti sul territorio, ma ridimensionate nel corso degli ultimi anni: i primi della lista sono il San Camillo De Lellis a Manfredonia, il Vittorio Emanuele II a Bisceglie, il Don Tonino Bello di Molfetta, il San Giacomo di Monopoli e il Santa Maria degli Angeli di Putignano. Un elenco a cui si potrebbero aggiungere il “Giannuzzi” di Manduria, nel Tarantino, l’ospedale civile di Ostuni nel Brindisino. Nel Salento, infine, gli interventi di riqualificazione potrebbero riguardare il “San Giuseppe” di Copertino e il “Santa Caterina Novella” di Galatina, ma anche l’ospedale “Ferrari” di Casarano, ma non è escluso che nelle strutture di comunità si inseriscano anche i presidi di Nardò, Campi Salentina, Maglie, Poggiardo e Gagliano del Capo. Insomma, ancora una volta, tante buone intenzioni- non possiamo mai dimenticare l’ipotesi di far nascere nella nostra città una Casa della Salute, della quale non vorremmo fosse stata donata solo la parte destinata alla toeletta -, il PNNR che suona già come una pernacchia mal riuscita nei confronti dei poveretti e degli onesti, e poi nomi, innumerevoli nomi di città e relativi nosocomi, ma di Bitonto nessuna traccia. A meno che, in aggiunta all’esistente, non si voglia ripartire da una Sanità zero e chilometri millanta da fare per mettersi in salvo…