Nella giornata di ieri, nel corso di un
servizio di controllo finalizzato a reprimere il fenomeno dei furti
d’autovetture, gli agenti di Polizia hanno proceduto all’arresto in flagranza di reato di un 40enne di
Terlizzi, ritenuto responsabile di riciclaggio.
In particolare, durante un controllo sulla
S.P. 231, tratta Terlizzi-Bitonto, veniva fermato, all’uscita da un capannone,
un veicolo cassonato con cabina di colore verde e sponde del cassone in colore
alluminio, al cui interno veniva rinvenuta la scocca di un’autovettura CITROEN
C4 “Picasso” di colore grigio, la quale presentava la parte anteriore – luogo in
cui è stampigliata l’alfanumerica del telaio – mancante, priva dell’organo
propulsore, della tappezzeria interna, degli sportelli, dei cofani anteriore e
posteriore e di tutta la strumentazione interna.
A quel punto, quindi, ritenendo che la
scocca potesse essere il risultato di un’operazione di smontaggio avvenuta nel
capannone, si faceva irruzione al suo interno, dove venivano trovati tutti i
pezzi che originariamente erano montati al predetto telaio, nonché la carta di
circolazione, un permesso di circolazione nell’area aeroportuale di Bari–Palese
e il contratto assicurativo per la r.c..
I successivi controlli permettevano di
appurare che in tale officina artigianale erano, altresì presenti, già
smontate, altre due autovetture rubate, una Alfa Romeo Giulietta rubata nella
mattinata a Bari ed una Nissan Juke rubata il giorno precedente a Molfetta.
Il predetto capannone risultava essere
destinato esclusivamente allo smontaggio di veicoli rubati; di fatto, erano
presenti al suo interno delle sofisticate attrezzature in grado di inibire i
segnali telefonici e satellitari in un raggio di almeno 100 metri. Pertanto,
laddove le autovetture rubate fossero state dotate di sistemi di antifurto
satellitare e/o telefonico, la presenza di tali apparecchiature li avrebbe
disattivati automaticamente, consentendo ai malfattori di poter proseguire le
operazioni di smontaggio senza il rischio di interventi da parte degli organi
di polizia.
Al termine degli accertamenti,
l’arrestato, a cui veniva contestato il reato di riciclaggio, in quanto con
l’attività posta in essere garantiva la circolazione sul mercato di parti
d’auto rubate, veniva sottoposto agli arresti domiciliari.
Sono in corso ulteriori indagini
finalizzate ad accertare l’identità dei complici dell’arrestato ed i
destinatari finali delle parti ricavate dallo smontaggio delle auto rubate.