Lo scorso fine settimana, gli uomini della Polizia di Stato hanno tratto in arresto D.C. classe 84 e B.A.. classe 85, rei di aver tentato di estorcere la somma di €200 come corrispettivo per la restituzione di una Fiat Panda, il cui furto era stato denunciato alla Polizia.
In particolare la giovane vittima era stata contattata dal B.A. che si proponeva quale “mediatore” per garantire la restituzione della sua auto, ovviamente dietro il pagamento di un “caffè”.
Gli uomini della Polizia Giudiziaria, avendo percepito un’anomalia nelle modalità del furto, decidevano di approfondire la questione disponendo uno specifico servizio di Polizia Giudiziaria fatto di appostamenti e pedinamenti, finalizzato non solo all’arresto dei malfattori ma anche al rinvenimento del maltolto.
Gli Agenti si posizionavano nelle vie d’accesso all’abitazione del presunto mediatore, notando subito la presenza di un altro pregiudicato locale, noto per gravitare nell’ambito dei furti delle autovetture, quale era il D.C.
La vittima, sotto l’occhio vigile degli Agenti, si recava quindi presso la location ove avveniva la richiesta estorsiva da parte dei due che rassicuravano la persona sul fatto che l’auto, nel giro di mezz’ora, sarebbe stata riconsegnata.
Nel frattempo la somma richiesta non veniva versata e da ricerche in zona, proprio nelle vicinanze del punto d’incontro, veniva anche individuata l’autovettura asportata nella mattina.
I malfattori, notata la titubanza della vittima e sospettando che qualcosa non andasse, gli ingiungevano di allontanarsi facendo così scattare l’intervento degli Agenti che, ritenendo di essere stati notatati, bloccavano il duo.
Condotti presso il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Bitonto per gli accertamenti di rito, i poliziotti ricostruivano l’intera vicenda da cui emergevano univoci e concordanti elementi probatori tanto che i due malfattori venivano tratti in arresto e condotti presso la locale Casa Circondariale a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.