Una storia triste. Che sa di Sud e dolore, povertà e pure di ipocrisia.
Un dramma che si spalanca all’improvviso sotto i nostri occhi strabuzzati di rito. Stupore meschino a tempo, quanto ne occorre perché il clamore della notizia si spenga.
E, poi, si torna tutti all’usata menzogna. Nella quale troneggia, a proposito del lavoro nei campi, l’onta del caporalato. Un sistema mafioso e tuttora quasi impunito, che fa iniquo perno sulla schiavitù, ancora oggi, nell’Anno Domini 2017.
Due anni fa, la quarantanovenne Paola Clemente perse la vita mentre era impegnata nell’acinellatura dell’uva, in agro andriese.
“Andava via di casa alle 2 di notte. Prendeva l’autobus alle 3. Ai campi, ad Andria, da San Giorgio Jonico, arrivava intorno alle 5.30. Noi a casa la rivedevamo non prima delle 3 del pomeriggio, in alcuni casi anche alle 6. Guadagnava 27 euro al giorno. Poco. Ma per noi quei soldi erano importanti, erano soldi sicuri, assolutamente indispensabili. Fin quando è arrivata quella telefonata: Paola si era sentita male, io non sono riuscito nemmeno a salutarla: ora Paola non c’è più“, queste furono le parole addolorate che Stefano Arcuri, il marito, consegnò alla penna misericorde di Giuliano Foschini, cronista di Repubblica.
Entrambi si ritroveranno giovedì 5 Ottobre, presso la Camera dei deputati, nella Sala conferenze di Palazzo Theodoli, dove, alle ore 17.30, si terrà la presentazione del cortometraggio “la Giornata”, firmato dalla sceneggiatrice Anonella Gaeta, insieme al giornalista succitato, e affidato alla mano sensibile del regista bitontino Pippo Mezzapesa.
Interverranno anche Pino Gesmundo, segretario generale pugliese della Cgil, e Ivana Galli, responsabile Flai Cgil nazionale, anche perché l’opera nasce sotto l’egida della Confederazione Generale Italiana del Lavoro.
Ad impreziosire la serata, la presenza di Laura Boldrini, presidente della Camera, e di Susanna Camusso, segretario generale Cgil.
L’argomento non mancherà di commuovere la platea, sicuramente partecipe.
Ma che non si smetta mai di parlare di questa italica bergogna e che, soprattutto, le istituzioni decidano di fronteggiare con vigorosa decisione chi la perpetra.