Dalle famiglie di Mario, Rita e del purtroppo defunto Domenico Tatulli, fratelli di Michele riceviamo e pubblichiamo:
Il giorno dopo la cerimonia pubblica di commemorazione per Michele Tatulli, ucciso l’8 gennaio del 1980 a Milano per mano delle Brigate Rosse, leggiamo dichiarazioni e post che lamentano questa o quella mancanza. Ma sottolineare la durata della commemorazione non ha senso, se si pensa allo spirito e alla motivazione per cui viene celebrata.
La cerimonia annualmente organizzata dalla Questura di Bari rinnova a noi tutti l’invito a non dimenticare, a far conoscere alle giovani generazioni quello che sono stati i cosiddetti anni di piombo. Questo è importante: avere memoria.
Esternazioni da parte di un familiare, anche se personali, non giovano alla memoria di Michele, non gli fanno onore, perché lui ha dato la vita e noi non abbiamo il diritto di ridurre il tutto a polemiche sterili.
La medaglia d’oro, che fu consegnata dall’allora Presidente della Repubblica Azeglio Ciampi nelle mani della madre di Michele Tatulli, è un riconoscimento tangibile del suo sacrificio e resterà alla famiglia; restituirla offenderebbe la sua memoria, perché quella medaglia l’ha guadagnata dando la vita.
Non è nostra abitudine fare comunicati stampa, perché viviamo nel silenzio il nostro dolore e il ricordo di Michele tutti i giorni e in particolare l’8 gennaio, ma oggi abbiamo sentito il dovere di scrivere.
Così come sentiamo doveroso che le famiglie di Mario Tatulli, di Rita Tatulli e del purtroppo defunto Domenico Tatulli ringrazino chi è stato presente ieri alla cerimonia di commemorazione al Comune e al cimitero: la Questura di Bari, il Commissariato di Bitonto, i pensionati della PS e i rappresentanti della locale Associazione Nazionale Polizia di Stato sempre presenti, il Sindaco di Bitonto Francesco Paolo Ricci per le sue parole, tutta l’Amministrazione comunale, la stampa e gli amici che non sono voluti mancare.