Amoris Laetitia, “Gioia dell’Amore”, l’Esortazione Apostolica sulla famiglia di Papa Francesco, ha fatto capolino mercoledì sera a Mariotto presso la Chiesa Maria SS. Addolorata, proponendosi quale primo incontro di catechesi-testimonianza sui temi sociali trattati dal recente documento papale post-sinodale.
Il difficile rapporto dei giovani con la Chiesa, il modello tradizionale di famiglia, su-su fino ai temi più filosofici dell’individualismo e del personalismo, queste le questioni poste sul tappeto nel convegno mariottano, alla luce delle montanti dinamiche sociali che coinvolgono le c.d. “istituzioni della socializzazione primaria”.
Dopo il saluto di benvenuto di don Emanuele Spano, parroco di Mariotto, che ha introdotto la serata, don Franco Lanzolla, responsabile diocesano e regionale della Pastorale della Famiglia ha risposto alle domande incalzanti circa il crescente disimpegno dei giovani dalle attività parrocchiali ed il ruolo della famiglia moderna: “Non ci si divide tanto sui temi della cristologia, poiché è la famiglia il terreno di confronto, e di conflitto, su cui il mondo sta sfidando la Chiesa cattolica. Oggi lo si ribadisce con “Amoris Laetitia”, ma già dal Concilio Vaticano II la Chiesa ha preso coscienza che tra un uomo e una donna non vi sia solo una regola fondata sulla morale ma anche una relazione che contiene il mistero di Dio. In fondo, il rapporto uomo-donna nella famiglia è il luogo in cui Dio vuol continuare il progetto della Creazione”.
E continuando: “Non è in crisi la famiglia. Si mette in discussione il modello monogamo di famiglia fondata sulla coppia uomo-donna, che abbiamo ereditato dai nostri padri e che è codificato dal diritto canonico. Da chi è composta la famiglia oggi? Da un uomo e una donna? O da due donne? O due uomini?”.
Quel che manca, però, ed è la critica principale rivolta all’ecclesiastico, è il dialogo tra Chiesa e giovani, mentre permane la tendenza al “comunitarismo”, cioè ad un approccio alle problematiche nuove della cristianità che privilegia l’analisi della compagine (la comunità, la società, la famiglia), lasciando in penombra l’individuo in quanto tale, quasi vi fosse una certa qual ritrosia ad adottare l’individuo come categoria concettuale. E’ solo un problema di linguaggio?
A questa domanda ha risposto Padre Carlo Zanini, missionario stimmatino e predicatore in quel di Palombaio: “Noi non siamo solo individui ma siamo anche Universi e siamo in continua, veloce trasformazione. Oggi si parla addirittura della possibilità di esistenza di nuovi Universi, l’Universo non è unico come si è sempre creduto. All’individuo, ad esempio a un figlio, oggi si diano possibilità, in modo che lui possa scegliere, avendo più o meno le stesse opportunità degli altri, così che nel suo Veltanschauung, nel suo personale Universo filosofico, possa sentirsi a suo agio”.
A tal proposito, don Franco ha ripetuto che “nella famiglia l’individuo diventa persona, non un ‘Io’ chiuso in sé, concentrato su se stesso, ciò che invece rappresenta la cultura dell’individualismo. La famiglia è il luogo dove non si vive l’affermazione di sé ma il dono gratuito di sé. Nella famiglia si celebra la cultura della comunione, in cui si supera l’individualismo”.Poi ha chiuso con un breve excursus storico: “In passato la famiglia si caratterizzava per il fatto che i ruoli, i compiti e le aspettative dei suoi elementi erano abbastanza ben definiti, in una situazione di minima conflittualità. Poi, dal 1975 con la riforma del diritto di famiglia si è introdotto il concetto di reciprocità dei doveri uomo-donna. Si parla oggi di accordo sinergico, e il soggetto diventa comunione”.
Nell’accomiatarsi, organizzatori e pubblico si sono dati appuntamento al 16 Novembre prossimo, sempre a Mariotto, per continuare il dibattito, stavolta sui capitoli conclusivi di Amoris Laetitia, e riprendere il discorso sulla famiglia inaugurato da questo primo incontro.