In questi giorni di emergenza, stiamo assistendo a non pochi gesti di solidarietà verso la sanità, impegnata a fronteggiare il Coronavirus. Giusto per citare alcuni episodi di cui ha beneficiato la sanità del nostro territorio, l’Ospedale di Molfetta ha avuto in dono 50 FFP2 e 50 mascherine chirurgiche con visiera, oltre ad un ventilatore polmonare presso-volumetrico, quest’ultimo fornito dall’Opera Pia Monte di Pietà e Confidenze. All’Ospedale di Corato sono arrivate 250 mascherine per il reparto di Pediatria, mentre, all’Ospedale San Paolo, un benefattore cinese ha donato 6mila mascherine chirurgiche.
Ed è proprio l’Ospedale San Paolo che è indirizzata la solidarietà bitontina della ditta Casa Milo, che sta facendo pervenire 400 mascherine FFP2, dopo che, nei giorni scorsi, sono giunti alcuni termometri digitali.
«Come azienda facciamo beneficienza da una vita e abbiamo un magazzino destinato solo a quello poiché, da sempre, coltiviamo l’amore verso il prossimo, avendo vissuto e toccato dal vivo situazioni incredibili – scrivono i responsabili dell’azienda – In questo periodo particolare, la nostra forte sensibilità ci ha portati ad incrementare i volumi di beni destinati agli enti a cui settimanalmente da sempre consegniamo, tra cui il distretto Socio Sanitario di Bitonto e i banchi alimentari che, nei vari comuni, sono nati per fronteggiare l’emergenza Covid-19, e che provvedono alla distribuzione dei beni di prima necessità. Allo stesso tempo abbiamo deciso di dare un piccolo contributo alle strutture ospedaliere, donando mascherine, semplicemente per far arrivare il nostro grazie. Sarà, forse, solo una goccia nell’oceano, però è quella goccia che inonda le nostre anime e i nostri cuori di benessere e che ti permette di vivere la quotidianità con lo spirito di chi nel suo piccolo c’è per il prossimo e ci sarà sempre. Certi valori e certi sentimenti fanno la differenza e ci rendono migliori, costituendo la vera ricchezza, quella eredità che nessuno può toglierci. Ci piace pensare che i sentimenti veri e buoni possano essere contagiosi. Che bella “epidemia” sarebbe!».