La malavita bitontina, si sa, è democratica, nel senso che non fa distinzione di classe sociale quando deve colpire.
Se, poi, deve esibirsi in uno dei suoi cavalli di battaglia (e di ritorno), il furto dell’auto, allora davvero non guarda in faccia a nessuno.
Così, ieri è capitato di vedersi sottrarre arbitrariamente l’automobile persino al Parroco rettore della Basilica dei Santi Medici, don Vito Piccinonna.
Probabilmente, uno dei pochissimi concittadini che per motivi deontologici non poteva smadonnare dinanzi ad un’eroica impresa del genere.
A quasi un anno di insediamento alla guida spirituale del Santuario, il sacerdote – che abbiamo ascoltato, durante alcune solennità religiose, menar fendenti contro la degenerazione dei costumi odierni che chi forza una portiera per fuia abitudine più che per fame non potrà mai capire, pur essendone indiscusso protagonista – è stato omaggiato della sparizione della sua spartana Ford Festa nera.
Dunque, che dire?
Visto che ci dobbiamo far rifinire i mustacchi da Pangloss e non possiamo più indignarci, speriamo almeno che gli anàrgiri Cosma e Damiano illuminino nel segreto delle loro coscienze i “topi d’auto” affinché comincino a restituire il maltolto a tutti i bitontini defraudati senza chiedere nulla in cambio.
Se, vabbè, ciao…