L’abbiamo conosciuto dapprima in
televisione e sui giornali, dopo che il presidente “rimpiazzato” l’aveva
chiamato a Roma per conferirgli un incarico rilevante.
Poi, in un pomeriggio novembrino, l’abbiamo
visto più da vicino, proprio noi che ci siamo sempre sentiti l’estrema
periferia del mondo. E così abbiamo amichevolmente sorriso per il suo accento
bergamasco e per quell’atteggiamento contenuto da nordista. E soprattutto apprezzato
quelle poche parole d’incoraggiamento che lui, giovane politico, aveva voluto
indirizzare ad altri due giovani.
“La
terra e la Puglia sono un tesoro, puntate su questo”, aveva esorato in quell’occasione Maurizio Martina, che si preparava a cooperare
all’evento Expo 2015 come Sottosegretario.
Ora, quel politico che pare sia cresciuto
tra nonni contadini è il nuovo Ministro alle Politiche Agricole. E ovviamente la
speranza (o sogno?) è che nell’esercizio del suo incarico possa ricordare quel
pomeriggio e i colori e i profumi della terra pugliese (dal momento che, Angelino
Alfano e Maria Carmela Lanzetta a parte, non ci sono altri ministri del sud).
E, intanto, su facebook il consigliere
Gaetano De Palma scherza sulla lungimiranza del Pd bitontino, qualcun altro
sulle proprietà taumaturgiche di Mariotto.
“Ma
ce ste à seccède à Màriotte?”, ironizza un giornalista
barese, “fanno un film, si vendono i
giornali, arrivano i politici. Neanche foste il centro del mondo”.
Già, manca solo che l’arcivescovo Francesco Cacucci diventi cardinale. Nella sera dell’Epifania, cadendo nell’angusta trappola dei
titoli onorifici, i mariottani lo chiamavano Eminenza…