La criminalità bitontina? Al 31 dicembre 2017 era ancora una situazione emergenziale. Ma nel 2018 tanto è stato fatto per contrastarla.
A dirlo e a scriverlo è la Direzione investigativa antimafia (Dia), che poco più di un mese fa ha presentato al Senato la Relazione riguardante il secondo semestre del 2017.
E, analizzando le varie criminalità organizzate presenti nelle regioni italiane e gli eventi criminosi a esse collegate, si concentra anche sulla nostra città, citando anche il barbaro omicidio di Anna Rosa Tarantino del 30 dicembre.
“La criminalità insediata a Bitonto – si legge nel Rapporto – continua a esprimere, per quanto riguarda il profilo dell’ordine e la sicurezza pubblica, una situazione emergenziale, dovuta ai cruenti conflitti in atto tra i diversi sodalizi, finalizzati a ottenere il controllo delle attività illecite sulla città”.
Il riferimento è sempre alla faida tra il gruppo criminale dei Cipriano e quello dei Conte – totalmente decapitati con l’arresto di entrambi i capi Domenico Conte (leggi qui: https://bit.ly/2seJvnX) che Francesco Colasuonno, detto Ciccio Cipriano (leggi qui: https://bit.ly/2E9FgPS)-. con alcuni episodi ben precisi. Il 29 settembre c’è un brutale pestaggio ai danni di un incensurato, reo di essere cugino ad un appartenente al gruppo Cipriano (Giuseppe Pastoressa detto “La Zambàn”, poi arrestato), i cui responsabili però sono stati individuati – Vito Tarullo, Domenico Liso e Damiano Caputo – e arrestati un mese più tardi (leggi qui: https://bit.ly/2gKBVjh). È questo il primo caso in cui – già prima dell’arrivo di Minniti- viene richiesto l’aggravante dell’art. 7 (Leg.203/91.) per aver compiuto i reati con l’utilizzo del metodo mafioso. Il 7 novembre è da registrare il ferimento di un pregiudicato. E c’è, quindi, tutto quello che di terribile accade la mattinata del 30 dicembre: “tentato omicidio di un pregiudicato appartenente al clan Cipriano. Nel corso dell’agguato è rimasta uccisa la pensionata Anna Rosa Tarantino, casualmente presente sulla linea di tiro dei killer. Il danneggiamento, con numerosi colpi di arma da fuoco, del portone di una palazzina condominiale ove risiedono affiliati del clan Conte”.
Nell’ambito di questa atavica faida, inoltre, c’è da registrare – si legge sempre nella relazione Dia – che “i Cipriano sono stati interessati, negli ultimi mesi del 2017, da una scissione interna da parte di alcuni affiliati trasmigrati verso i rivali”.
La Direzione distrettuale antimafia fa notare, inoltre, che “l’escalation di violenza sul territorio bitontino sia stata oggetto di un immediato Comitato nazionale per l’Ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal ministro dell’Interno Marco Minniti, il 2 gennaio 2018 alla Prefettura di Bari. In quella sede, il Procuratore distrettuale ha evidenziato come, a fronte della situazione emergenziale causata dallo scontro in atto, non sono state ancora riconosciute, con sentenze di condanna, associazioni criminali di tipo mafioso operanti a Bitonto, benché siano censiti criminali locali affiliati ai clan baresi”.
Ed è proprio da quel giorno che si è stretta la morsa da parte delle forze dell’ordine intorno ai gruppi criminali, che, a colpi di operazioni efficaci, sono stati decapitati.