(di Donato Rossiello, Nico Fano)
A giugno l’attenzione dei governi si è indirizzata alla variante Delta del Covid-19, a seguito dell’inversione di tendenza con rialzo dei casi di contagio. La campagna vaccinale consolida il suo ruolo chiave: nel Vecchio Continente si mantiene un alto livello di efficacia (circa il 90%), soprattutto dopo la seconda dose. Negli Stati dove la popolazione vaccinata raggiunge a malapena il 10% – come Russia e Sudafrica – sono stati proclamati nuovi lockdown nazionali.
Trascorso il primo semestre del 2021 possiamo delineare alcuni tratti distintivi di quest’anno. In primis la stretta correlazione tra riaperture post-pandemia e ripresa economica. Basti pensare alla Cina e alla sua azione di contenimento sostenuta da mirate manovre fiscali già in pieno recupero nella seconda metà del 2020; gli USA sono in forte accelerazione da questo gennaio/febbraio, stando a quasi tutti gli indicatori economici rilevanti, dal sentiment di imprese e consumatori sino ad arrivare ai “dati reali” (il rimbalzo della crescita nel I trimestre, ovvero il +6,4% annualizzato). L’Europa, se proseguisse il conteso di riaperture, dovrebbe essere protagonista nei prossimi mesi (essendo in miglioramento non solo i valori relativi alla produzione industriale o all’export, ma anche ai consumi).
La rapidità della ripresa nella domanda globale sembra aver colto in parte impreparato l’ambito dell’offerta; durante la pandemia le imprese hanno dovuto ridurre la propria capacità produttiva per limitare i costi ma una volta superata l’impasse si son trovate in difficoltà a tornare prontamente a regime, generando significativi “colli di bottiglia” e un effetto domino su tutta la catena produttiva. La ripresa del commercio mondiale ha messo sotto pressione la logistica facendo schizzare (per esempio) i costi d’affitto dei container su nave, ora ai massimi storici.
Non è banale nemmeno il processo di ricostruzione della forza lavoro. Le aziende segnalano infatti un’impossibilità nel reperire nuovi lavoratori e la necessità di offrire compensi più elevati, in particolar modo nei settori ricreativi e legati all’accoglienza. I fenomeni appena elencati, nonché l’aumento dei prezzi delle materie prime, stanno contribuendo a un sostanziale incremento dei prezzi alla produzione e, poi, al consumo. Con tutta probabilità l’inflazione rimarrà elevata per tutto il 2021 ma la graduale attenuazione degli squilibri tra domanda e offerta potrebbe favorire un rientro inflazionistico nei prossimi mesi.
Spostando lo sguardo ai mercati, il bilancio del primo semestre risulta decisamente favorevole per le classi di attivo rischiose, in particolare per i mercati azionari. L’indice globale segna un progresso dell’11,4% (1,2% nel solo mese di giugno), in prossimità del record. In altri termini, dopo ben cinque trimestri consecutivi di rialzi registriamo una distanza dell’87,5% dallo shock virale dei minimi di marzo 2020! A livello geografico sia l’area statunitense che quella europea attestano ritorni molto consistenti (+14,4% l’indice S&P500, +13,5% lo Stoxx Europe 600).
Concludendo, la ripresa globale dovrebbe rimanere solida nelle prossime settimane, sino a diventare più sincronizzata verso la fine dell’anno. I progressi nelle vaccinazioni consentiranno ai Paesi dell’area asiatica e dell’America Latina di allentare le restrizioni e sostenere il recupero. L’Europa è ancora all’inizio della fase di rimbalzo ma la stagione turistica avviata si profila florida e propulsiva per l’attività economica.