(di Donato Rossiello, Nico Fano)
Una massima, all’inizio di quest’anno, sembrava riecheggiare come una sorta di presagio: “anno bisesto, anno funesto”. Molti si sono persino cimentati in una serie di rituali apotropaici – antiscarogna – magari battezzandosi immersi nel latte scremato con prezzemolo e finocchio, per contrastare l’Innominæto. Sebbene esistano periodi particolarmente ostici e le difficoltà, gli imprevisti e i già citati “cigni neri” siano sempre dietro l’angolo, la capacità di saper reagire con lucido ottimismo smentisce senza dubbio alcuno questa vetusta diceria.
Anche in momenti bui come quello del lockdown pandemico esistono delle concrete opportunità, nonché delle possibilità di investimento sui mercati finanziari. Non solo crisi, crolli e fallimenti, dunque!
Parliamo del caso lampante dei FAANG, acronimo che si riferisce ai titoli azionari di cinque prominenti compagnie specializzate nel settore tecnologico, ovvero Facebook, Amazon, Apple, Netflix e Google, in grado di resistere, recuperare e superare quelle terribili correnti di ribassi dovute all’emergenza Coronavirus. Perché?
Le ragioni sono molteplici e sfaccettate ma risiedono innanzitutto nella tipologia di offerta che ogni azienda produce. È abbastanza intuitivo comprendere quanto gran parte della popolazione mondiale costretta in quarantena abbia rivolto la propria esistenza su social, internet, servizi di streaming, serie tv, per comunicare e intrattenersi, oppure abbia adoperato il commercio elettronico per l’approvvigionamento di risorse introvabili altrove.
Esse sono singolarmente riuscite a (r)innovarsi, perfezionando il loro pacchetto di risorse in queste mutate condizioni, riuscendo a cogliere le esigenze inedite e contingenti del proprio bacino d’utenza.
Facebook ha avviato uno strumento (Rooms) in grado di facilitare le videoconferenze, estendendo la possibilità di videochiamate sino a 50 ospiti, Amazon ha assunto oltre 150.000 dipendenti in lungo e largo per far fronte alla crescente mole di ordini on-line, Apple e Google hanno rilasciato a maggio la loro discussa app per il tracciamento dei contagi e Netflix ha registrato un incremento record di 15,8 milioni d’abbonati aggiuntivi nel solo primo trimestre del 2020.
Apple, in particolare, costituisce l’azienda più capitalizzata del mondo. Vi ricordate il riferimento dei mercati globali di cui vi parlammo qualche articolo fa, l’onnipresente MSCI World Index? Beh, la compagnia fondata da Steve Jobs da sola ha un indice superiore a quello di tutta l’Italia nel complesso… Potremmo affermare che le sue azioni hanno assunto il valore di “beni rifugio”, come l’oro e il franco svizzero di un tempo; conseguentemente risulta oggetto di strumenti finanziari passivi delle banche che si riferiscono al MSCI World Index (es: su 100 euro, più di 3 vengono automaticamente indirizzati sulla compagnia californiana).
In molti ritenevano che questi titoli avrebbero rallentato e terminato la loro corsa man mano che lo stato di emergenza si fosse placato con le progressive aperture in «fase 1», «fase 2», […], «fase n» ma così non è stato. A luglio, fondi di investimento in ambito hi-tech stanno registrando incrementi del +50%. Altro che materassini sgonfi, qui si naviga a gonfie vele!