(di Donato Rossiello, Nico Fano)
Nell’ultimo mese c’è stato un tangibile incremento del numero di vaccinati giornalieri in Europa, la quale è sempre più vicina ai dati di Stati Uniti e Gran Bretagna. Nel Vecchio Continente circa il 25% della popolazione ha ricevuto almeno una dose, negli USA il 40% e in UK il 50%. E l’Italia segue questo trend positivo: si è passati, infatti, dalle scarse 200 mila somministrazioni giornaliere di marzo sino a raggiungere l’obiettivo delle 500 mila il 29 aprile.
Alcuni Paesi Emergenti in America Latina o l’India stanno procedendo ancora a rilento, con i relativi sistemi sanitari in affanno.
È ormai inconfutabile, la ripresa delle economie è correlata all’andamento delle campagne vaccinali. Ad esempio in USA la crescita del #PIL nel 1° trimestre ha toccato l’1,6%, rispetto all’1,1% del precedente; a marzo sono poi aumentati sia la produzione industriale che gli ordini di beni durevoli (rispettivamente a +1,4% e +0,5%), ma sono soprattutto i consumi a guidare l’accelerazione economica (con un incremento del 9,8% per le vendite al dettaglio).
L’Europa, appesantita dal persistere di forti restrizioni (soprattutto in uno Stato di grande peso economico come la Germania), marcia con il freno a mano tirato e registra una leggera contrazione, intorno a -0,6% paragonando il trimestre scorso. Risultati incoraggianti vengono dal comparto manifatturiero (con l’indice PMI di aprile in crescita a 63,3, dal 62,5 di marzo) e da quello dei servizi (sopra soglia 50, per la prima volta da agosto 2020).
Rallenta leggermente l’espansione della Cina, comunque a +0,6% su base trimestrale.
La tanto attesa inflazione ha iniziato a palesarsi a livello globale. L’aumento dei prezzi risulta più sostanziale negli USA, con l’indice CPI di marzo a + 2,6% a/a e PCE a +2,3% a/a (da +1,6% del mese scorso). Rialzo più moderato in Europa con il CPI a +1,6% a/a.
Prosegue il sostegno fiscale e monetario della Federal Reserve e della Banca Centrale Europea, le quali hanno mantenuto inalterati i tassi di riferimento e le politiche accomodanti in corso.
L’ultima settimana di aprile ha visto riecheggiare in Commissione UE i temi della digitalizzazione e svolta ecologica attraverso i piani nazionali del “Recovery Fund”. Il nostro Paese è sembrato distinguersi in tal senso, con ben 191,5 miliardi di euro rivenienti dal Dispositivo di Ripresa e Resilienza del Next Generation EU (di cui 68,9 in sovvenzioni a fondo perduto).
Nell’immediato futuro il rimbalzo economico dovrebbe prendere sempre più forma e accelerare, sino ad appianare le divergenze tra diverse aree geografiche, in particolare tra i Paesi Avanzati. L’exploit dei consumi è già in atto oltreoceano ma lo scatto delle vaccinazioni e la conseguente definitiva interruzione del legame tra mobilità e contagi darà i suoi frutti anche in Europa.
L’uscita dalla pandemia non basta come obiettivo, bisogna puntare ad un vero e proprio rilancio strutturale a lungo termine. In Italia il PNRR potrebbe rappresentare un “nuovo piano Marshall”; tra investimenti (ovvero oltre il 60% del piano) e le riforme, il Governo stima un rilevante guadagno in termini di produttività, che potrebbe far salire dello 0,8% la crescita potenziale(raggiungendo così l’1,4% – a fronte dell’esiguo 0,6% stimato oggi). Vedremo…