Non poteva passare inosservata
l’intervista/dichiarazione video che il nostro primo cittadino, Michele
Abbaticchio, ha rilasciato qualche giorno fa al quotidiano La Repubblica (edizione online) in merito
all’inchiesta sui sindaci sotto tiro.
Ci sono le parole di ben 10 primi
cittadini, che raccontano le minacce e gli episodi non proprio piacevoli subiti
per mano della criminalità, ma non solo.
Ed ecco, allora, che Abbaticchio
sciorina davvero qualcosa di incredibile: minacce per strada, direttamente al
Comune, o tramite social network. Tagli di gomme dell’auto personale, e furto
della bici prelevata direttamente dall’abitazione. Senza dimenticare le auto
bruciate all’ex dirigente del settore Urbanistico Vincenzo Turturro e moglie.
Episodi che certamente non danno una
bella immagine della città.
Già, ed è proprio questo il punto. La
città, la sua immagine, e i diversi (presunti) modi di rovinarla. E di reagire
a questa “rovina”.
Il sindaco, infatti, seppur
involontariamente, non ha dato una positiva immagine della città, perché una
comunità (ovviamente una parte, la peggiore) che tiene sotto scacco il primo
cittadino non può essere bella. Soprattutto se poi lo si sottolinea (ma lo
ripetiamo, in modo involontario) al quotidiano più letto d’Italia.
Ma questo è solo un aspetto. Che cosa
sarebbe successo, infatti, se l’inchiesta che ha fatto “La Repubblica” l’avesse fatta la stampa locale?
Che critiche avremmo avuto noi pionieri dell’informazione cittadina se avessimo
scritto che abbiamo un sindaco sotto tiro?
È facile intuirlo, perché i tanti
soloni e intellettualoidi (in primis i
componenti la classe dirigente) che ci vantiamo di avere rimproverano alla
stampa se la città è preda di microcriminalità e delinquenza. E se è vista
all’esterno come insicura e da non frequentare. Per questi signori, infatti, le
notizie purtroppo quotidiane di furti, rapine, scippi, non dovrebbero essere
date o, ancora peggio, relegate come fatti di secondo piano.
Motivo? L’immagine della città, che ne verrebbe danneggiata.
Inutile illustrare a questi geni che non esistono buone o cattive notizie, ma
soltanto notizie, e che come tale vanno date. Punto.
Lo abbiamo spiegato agli esponenti
dell’amministrazione Valla, senza successo. Ci stiamo tentando anche con
l’amministrazione Abbaticchio, senza risultati, come dimostrano le reazioni
alla diffusione del video della sparatoria in piazza Partigiani d’Italia a
luglio scorso (http://www.dabitonto.com/cronaca/r/l-incredibile-video-ed-il-racconto-della-sparatoria-in-pieno-centro-del-2-luglio/796.htm).
Insomma, è questo il paradosso.
Perché è come se esistessero due cattive immagini della città. Quella della
stampa, da condannare, perché ogni giorno racconta un bollettino di guerra, e
quella del sindaco, che finisce nella cerchia dei “sotto tiro”. Ma da elogiare
perché è in prima linea (e ovviamente lo è, ci mancherebbe) per sconfiggerla.
Come se la stampa non lo fosse.
Peccato, però, che a perderci è
sempre la città.
Storie kafkiane e di doppiopesismo all’ombra dell’olivo…