di prof. ssa Rosangela Magro
Foto: Prof.ssa Maddalena Belloccchio
C’è stata una bella festa il 27 ottobre 2021 in casa Vitale Giordano per riabbracciare, dopo tanto tempo, due ragazzi che hanno fatto delle scelte e che hanno voluto condividere con noi i loro successi.
Massimo Stano, classe 1992, di Palo del Colle, aveva vinto il titolo italiano assoluto a Roma nel 2018 e l’argento agli Europei under 23 di Tampere per regalarci, poi, un fantastico Oro, che ha commosso tutti, nei 20km di marcia alle olimpiadi di Tokyo2020.
Trasferitosi dapprima al nord, a Sesto San Giovanni, in provincia di Milano ora vive stabilmente a Ostia con la famiglia, dove si allena per le Fiamme Oro.
L’atleta ha subito entusiasmato i ragazzi, all’interno dell’auditorium, con la sua vitalità spendendo parole che hanno spinto ad una riflessione per la loro concretezza ma al contempo hanno incoraggiato ad accarezzare un sogno e a crederci. “A 17 anni le Fiamme Oro mi hanno dato la possibilità di allenarmi offrendomi un lavoro e un lavoro è una fortuna considerati i tempi ma ho continuato a pensare che volevo vincere le olimpiadi e ho lavorato tanto perché ci ho creduto”.
Lo stesso atleta ha sottolineato l’importanza del rispetto delle regole perché consentono di programmare, con tranquillità, le attività, le più disparate, e di acquisire, anche, un controllo sull’ansia e l’emotività che istintivamente travolgono la persona prima di una prestazione. “Una questione di esperienza” – ha detto. La sua di esperienza ha suggerito ai ragazzi di “approfittare” delle opportunità che la scuola offre perché la vita presenta un conto che, senza gli strumenti giusti, non si riesce a saldare.
Si è scherzato sul numero 118 che gli era stato attribuito alle Olimpiadi ma ha rincalzato con il suo ottimismo affermando che in un primo momento lo avesse avvertito come un cattivo presagio ma successivamente ha prevalso l’aspetto positivo che ogni circostanza ha insito in sé purché si abbia la volontà di vederlo. In questa ottica, “la sirena dell’ambulanza” diventa un espediente per allontanare gli avversari in modo da essere il primo e così è stato.
E’ un fiume in piena quando continua a raccontare delle possibilità di migliorare sé stessi come metodo e lavorare sulla propria persona per raggiungere dei risultati. Massimo Stano è appassionato della cultura giapponese e ne ha studiato la lingua. In una intervista ha sostenuto di aver meravigliato Yamanishi, immediatamente prima della gara dicendo “andiamo” in giapponese. Può sembrare banale ma in realtà si concretizza un gioco di strategia intelligente, disorientando l’avversario che pensa “questo parla pure la lingua”.
Dopo la medaglia d’oro di Stano c’è stato un boom dei ragazzi che vogliono cimentarsi nell’atletica leggera, ha sostenuto con esultanza Giovanni Zaccheo, allenatore di Simone Colasuonno, altro ragazzo della nostra scuola che ci ha riempito di orgoglio, nonché primo allenatore del campione olimpico Massimo Stano. Purtroppo, continua Zaccheo, non ci sono strutture adeguate e quindi c’è solo da augurarsi che, dopo questa medaglia, ci possa essere una riconsiderazione della attività sportiva come elemento trainante nella vita poiché la disciplina necessaria per raggiungere gli obiettivi risulta determinante per forgiare lo spirito oltre che il corpo. Lo sa bene Simone Colasuonno, atleta originario di Palo del Colle e bitontino d’adozione, classe 1997, che è una promessa dell’atletica nel panorama italiano della Polisportiva Paralimpica Elos “Michele Cioce” di Bitonto.
La sua storia ha cominciato a delinearsi nella nostra scuola quando Cosimo Demichele, docente di Scienze Motorie, con Vito Sasanelli, Direttore Sportivo della Polisportiva Paralimpica Elos di Bitonto, si accorgono delle sue potenzialità. Ha iniziato partecipando ai campionati di corsa campestre in ambito scolastico, fino a giungere a competizioni a livello nazionale nel giro di pochi anni. Simone, visibilmente commosso, ci ha raccontato dei suoi allenamenti quotidiani per raggiungere un sogno: diventare un campione paralimpico e, magari, cambiare la sua realtà. Per Simone lo sport è stato il mezzo di affermazione della propria identità e un grande strumento di emancipazione sociale grazie anche al lavoro di grande sinergia tra la scuola e le associazioni sportive che tanto hanno lavorato in questo senso. Simone è il testimonial del significato autentico di lavorare in rete, delle buone prassi dei progetti con le scuole e soprattutto all’interno dell’ITES Vitale Giordano, sono stati portati a termine molteplici progetti che hanno portato i loro frutti – ha precisato Vito Sasanelli.
Il grande abbraccio della scuola, cominciato con la proiezione di due video dedicati ad ognuno dei due atleti, si è concluso con la consegna di due targhe su cui sono state riportate un paio di frasi significative racchiudenti la tenacia e la determinazione nell’affrontare tutte le difficoltà che sono conseguenza delle scelte fatte: è superare sé stessi che rende forti e il miracolo non è giungere al traguardo quanto avere il coraggio di cominciare.
A noi piace pensare alla scuola come solo uno dei mezzi a disposizione per iniziare a capire cosa vogliono e cosa sentono i ragazzi e che il lavoro di sinergia con le famiglie, con le associazioni diventa determinante in questo senso. Il coraggio di cominciare qualcosa ti spinge a superare te stesso e scopri di essere forte con il tempo, con l’esperienza, affinando le qualità e inventando strategie, come ci ha detto Massimo Stano. Nella nostra scuola amiamo le sfide e siamo sempre pronti a reinventarci per carpire i silenzi dei ragazzi e puntare ai cambiamenti che sono sempre vantaggiosi. Dopo due anni difficili che tutti abbiamo dovuto affrontare, diventano tesoro le parole di chi ha scelto di dare una svolta alla propria vita e a volte le parole semplici fanno breccia nella sensibilità di ognuno di noi più di tante altre manifestazioni.
Ci viene in mente Forrest Gump che attraversa un intero paese, affrontando tante avversità e la sua impresa comincia per caso da un punto: “Quel giorno, non so proprio perché decisi di andare a correre un po’, perciò corsi fino alla fine della strada, e una volta lì pensai di correre fino la fine della città, e una volta lì pensai di correre attraverso la contea di Greenbow”.
Step By Step , per dirla in inglese. Crescere, per dirla in breve.