DI PASQUALE FALLACARA
Percorrendo la strada extraurbana SP91 in direzione S. Spirito, giunti nei pressi dello svincolo per la SS16, sul lato destro della carreggiata si scorgono mimetizzate da piante selvatiche vecchie rotaie metalliche intervallate da fatiscenti traverse lignee, mute testimonianze della vecchia “Ferrovia elettrica Bitonto-S.Spirito”. Oggi non più esistente, meglio conosciuta come “u Tram”, congiungeva in passato la nostra città con la limitrofa frazione balneare. Già dal 1872 il collegamento pubblico tra Bitonto e S. Spirito era garantito da un lento servizio di carrozze “Sciarabball” (Chaes à bancs), e “Omnibus” a trazione animale le quali per percorrere 6 chilometri, trasportando al massimo 3 o 4 passeggeri per volta, impiegavano più di un’ora. Nel 1911 si iniziò a pensare a una tramvia elettrica che congiungesse l’entroterra barese (Bitonto, Palo del Colle, Bitetto) alla rete ferroviaria adriatica. Il 20 agosto di quell’anno i signori Benetti, Buquicchio, Ventafridda, Achille, Ferrara, Azzolini, Zuccarino, Carbone, Cipriani, De Facendis, De Biase, Damascelli ed altri, si riunirono presso il notaio Martucci di Bitonto, per costituirvi una società per azioni con sede in Bitonto, che avesse per scopo la costruzione e l’esercizio della ferrovia a trazione elettrica denominata “S.A.F.” (Società Anonima Ferroviaria). Il 25 ottobre 1913 l’ing. G. Borghi presentò, per la S.A.F., al “Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici”, un progetto inerente la suddetta ferrovia, approvato l’anno seguente e caratterizzato da 5 fermate: Stazione Bitonto, Staz. Amely, Fermata Sorgente, Fermata Catino, Stazione S. Spirito Porto. Nel successivo triennio 1915-18, i lavori per la costruzione della ferrovia furono sospesi a causa della Grande Guerra, per tanto si organizzò un servizio automobilistico Bitonto-S.Spirito, caratterizzato da un pulman Fiat 15 TER a gomme piene, gestito inizialmente dalla società bitontina “Fratelli Palermo” e successivamente dalla società “Maffei” e a seguire “Scoppio-De Capua”. Al termine della guerra ripresero i lavori e finalmente il 28 ottobre 1928, in occasione dell’anniversario del Regine, alle ore 15.30 la Ferrovia Bitonto-S.Spirito, dopo 17 anni di lavoro ed innumerevoli sacrifici, fu inaugurata. La cerimonia augurale si svolse presso la stazione di Bitonto, imbandierata a festa con colori sfolgoranti e stemmi del Regime, nella quale intervennero il Sottosegretario di Stato ai LL.PP. Di Crollalanza, il Prefetto della Provincia Albini, il Segretario Federale D’Addabbo, oltre alle numerosissime autorità locali bitontine. La Gazzetta del Mezzogiorno del 29 ottobre 1928 recita: “Questa mattina il primo treno in partenza per S.Spirito , che segna l’inizio dell’esercizio al pubblico, è stato affollatissimo … tutta la cittadinanza come presa da una gioia intima continua a visitare l’ampia stazione e le belle e comode vetture ferroviarie”. Queste ultime caratterizzate da quattro “rimorchiate” denominate R21, R22, R23, R24, di prima e terza classe, erano trainate dalle Elettromotrici EL01, EL02, EL03. Il 29 agosto del 1929 la stagione estiva volgeva al termine, ma erano ancora molti i bitontini che quotidianamente affollavano le spiagge di Santo Spirito. Quel giorno, a seguito di un guasto alla elettromotrice EL01 in partenza da Bitonto, il tram cominciò una frenetica corsa verso la stazione di S. Spirito. Vani furono i tentativi di frenatura, sino allo schianto dell’elettromotrice contro il paracarri. L’urto fu violentissimo tanto da scardinare dalle fondamenta lo stesso paracarri finendo la corsa in mare su di un grande scoglio. Miracolosamente tutti gli occupanti per fortuna restarono illesi, se la cavarono con lievi escoriazioni. Ancora oggi si ricorda quell’avvenimento in chiave umoristica, nel quale una donna fu vista uscire da un finestrino, con in braccio un bimbo ancora in fasce, con tanta baldanza da stupire i soccorritori. Durante gli anni 60, in pieno boom economico, a causa della crescente diffusione del trasporto pubblico e privato, unitamente ad un ulteriore incidente avvenuto il 23 gennaio del 1963, a seguito di uno scontro frontale tra l’elettromotrice EL03 ed un locomotore Diesel impegnato nei lavori della nuova ferrovia “Bari-Barletta” (Bari-Nord), che occupava parte dello stesso tronco ferroviario, “u Tram”, dopo circa 34 anni di servizio (circa 300.000 passeggeri l’anno), divenuto superfluo fu definitivamente dismesso.