“In un articolo di giornale pubblicato a luglio scorso, il semaforo istallato pochi giorni prima e che subito aveva provocato una enorme ondata di proteste (non ancora sopite, anzi tutt’altro!!) veniva definito “soluzione perfetta” dagli addetti ai lavori”.
Principia così la lunga e velenosa riflessione che Francesco Mundo, già consigliere comunale durante il primo mandato di Michele Abbaticchio, esprime sui propri canali social sul semaforo di via senatore Angelini, che tante polemiche continua a creare. “In quella circostanza (ma anche dopo!) mi astenni dal pronunciare qualsiasi commento al riguardo, abituato come sono, ad avere rispetto per chi lavora (in qualsiasi ambito e ruolo) e per chi è in buona fede. Ma anche perché comincio ad avvertire la stanchezza per aver condotto, sin da giovane, impari lotte contro ‘muri di gomma’ e mulini a vento”. Oggi (ieri per chi legge) però, dopo aver letto l’ennesima arrampicata sugli specchi, ad opera, questa volta, di un anonimo concittadino che dice di abitare lì vicino, ho deciso di rompere il silenzio e invitare a riflettere chi mi legge. Non sarò offensivo con nessuno, ma le cose vanno chiamate con il loro nome, la verità non può continuare ad essere mistificata e calpestata!!!
Quale sarebbe questa verità? “Poiché abito in zona – prosegue – sono costretto per svariate ragioni sia ad attraversare il passaggio a livello che a percorrere il sottopasso, ma sono pur obbligato a percorrere a tutte le ore la viabilità circostante anche quando non ho la necessità di valicare la ferrovia. I disagi lamentati dai residenti e avvertiti dagli automobilisti, risiedono nella CONGESTIONE DEL TRAFFICO VEICOLARE che non può essere risolta con interventi che, in ambito medico, definiremmo cure palliative! In questo caso la cura palliativa è rappresentata dal semaforo. Gli impianti semaforici venivano consigliati per ridurre il rischio di incidenti nelle intersezioni a raso (vantaggi), ma, di contro, comportavano un impatto ambientale negativo e provocavano sensibili incrementi della congestione veicolare al crescere dei volumi di traffico presenti sulle arterie della circolazione. Ho utilizzato i verbi al tempo passato remoto essendo trascorsi molti lustri dai tempi dell’Università. È così ancora oggi. La soluzione del semaforo è perfetta per la richiedente FERROTRAMVIARIA, perché serve a parare il deretano alla società, non a risolvere i problemi di una assurda e inaccettabile intersezione a raso tra strade urbane e quella che ormai, già molto prima del 2017, è di fatto una METROPOLITANA DI SUPERFICIE, per numero di corse, per il doppio binario, ma soprattutto per la DOMANDA DI TRASPORTO sempre maggiore che rinviene dai territori collegati. Il problema che sollevano i cittadini, residenti e non, NON È UN PROBLEMA DI GESTIONE DEL TRAFFICO e non può essere scaricato su chi ha la responsabilità della segnaletica urbana. È UN GRAVE PROBLEMA URBANISTICO!! Ed è la POLITICA, alla quale competono le scelte amministrative, che deve AVVERTIRE LA NECESSITÀ DI UNA PIANIFICAZIONE URBANA CHE PREVEDA UNO O PIÙ INTERVENTI ANCHE A NON BREVE TERMINE, ma che metta mano alla eliminazione dei passaggi a livello, all’abbattimento dell’impatto acustico della ferrovia con la città”.
Se le cose stanno così, allora, “non è accettabile che nel 2020 un’arteria di comunicazione importante come lo è questa metropolitana, debba dividere in due la città mortificando la sua crescita civile ed economica, ma soprattutto la salute dei suoi abitanti”