Il dottor Francesco Scauro, ex assessore ai servizi sociali, scrive al sindaco Michele Abbaticchio.
Caro Michele,
Dopo averti rimesso la delega assessorile che a suo tempo mi hai conferito, ho avvertito l’esigenza di una pausa di riflessione resasi necessaria in un contesto di susseguirsi, sulle testate giornalistiche locali, di svariate e, in qualche caso agnostiche prese di posizione riferite al PSI oltre che alla mia persona ed afferenti al c.d. caso di “astensione” del gruppo consiliare del PSI in merito alla TARI e agli assestamenti di bilancio.
La riflessione si rendeva altresì necessaria in riferimento alla nota da te indirizzatami in data 11 c.m. e, ancor più, a motivo delle dichiarazioni da te rese in data 10/08/2016e riportate sulle testate giornalistiche locali.
Nelle predette circostanze, ed in particolare alla nota da te indirizzatami ho avuto modo di apprendere che, a parer tuo avrei potuto conservare la mia funzione e la responsabilità di assessore ai servizi sociali solo rinnegando, sostanzialmente, quello che è stata e continuerà ad essere la mia personale storia di militante all’interno della locale sez. del PSI che mi ha visto crescere politicamente ed umanamente.
Caro Michele, anche in questo mio scritto sarò sereno e leale come sempre sono stato e ciò mi induce a dirti, con tutta franchezza, che mai avrei immaginato che tu potessi per davvero osare tanto nei confronti della mia persona.
Averlo fatto mi offende profondamente.
Vedi caro sindaco, tu non hai avuto la fortuna, a me toccata, di vivere la passione della militanza politica all’interno di un partito ricco di una grande storia e di grandi valori, forse tale circostanza ti ha indotto in errore, quando hai pensato, fosse anche per mera ipotesi e per un solo momento, di potermi blandire facendo leva su un inesistente senso di attaccamento alla poltrona assessorile.
È stato un comportamento scorretto sotto il profilo umano prima che politico.
A riguardo mi piace ricordarti che la funzione di assessore ai servizi sociali è stata da me vissuta ed esercitata con grande senso di responsabilità, impegno e spirito di servizio nei confronti della nostra comunità e, in particolare, nei confronti di quei cittadini che avvertono sulla propria pelle, in maniera più lacerante i drammatici effetti della grave crisi che da qualche anno attanaglia il nostro Paese.
Nell’esercizio delle funzioni assessorili assegnatemi ho avuto modo di toccare più volte con mano i devastanti effetti che i gravi e permanenti stati di bisogno generano,anche in termine di profonda frustrazione morale, in quella fascia di nostri sfortunati Concittadini. Caro sindaco, ritengo utile ricordare a te oltre che a me stesso, che a quella significativa fascia dei nostri concittadini, non è stata assicurata quella maggiore attenzione che sarebbe stato doveroso e giusto garantire: al riguardo non va sottaciuto che la delibera relativa alla salvaguardia degli equilibri di bilancio, è stata approvata nel corso dell’ultima seduta del consiglio comunale, senza tener conto dell’esiguità, più volte da me segnalata, delle risorse destinate alle rette dei minori affidataci dall’Autorità Giudiziaria, alle rette di ricovero per anziani presso le relative strutture oltre che per progetti comunali quali lo “Scrigno dei Talenti” e il progetto “Incroci Sociali” che, allo stato, risultano assolutamente insufficienti a garantire la copertura per l’intero anno.Ricorderai anche, caro sindaco, che in sede di giunta ho più volte espresso, sulla scorta della mia modesta esperienza politica e amministrativa, l’esigenza di collegialità che non fosse meramente formale e/o di facciata, ma reale e concreta si da supportare l’azione del governo locale nei processi valutativi e decisionali mirati alla corretta gestione della cosa pubblica e, quindi, alla crescita della nostra città. Tale segnalata richiesta non ha tuttavia trovato quasi mai positivo riscontro.Ciò nonostante ho continuato ad operare nel settore affidatomi,con lo stesso impegno di sempre, confidando che la tenacia con cui reiteravo la richiesta di collegialità, avrebbe trovato forse positivo riscontro. Mi sbagliavo!Ciò forse, non è del tutto addebitabile a te che, per quello che mi risulta non hai mai militato in un partito organizzato (con le proprie regole) all’interno del quale il dialogo, il confronto e forse anche lo scontro dialettico sono elementi indispensabiliper una seria, franca e approfondita discussione in ordine a tematiche che sempreriguardano e toccano interessi, talvolta anche delicati della nostra comunità.Tutto ciò spiega, solo in parte però, la repentina ed apodittica decisione da te adottata sottraendoti ancora una volta al confronto nell’ambito di una doverosa verifica politica, al fine di ritenere, motu proprio, il PSI fuori dalla maggioranza di governo per il sol fatto di essersi astenuto con il proprio gruppo consiliare su provvedimenti di consiglio comunale riguardanti TARI ed equilibrio di bilancio.Qual è la vera logica ed il vero interesse che sorregge tale incomprensibile ed apodittica decisione? Ad una mia prima analisi non emerge alcuna apparente logica già che permane, priva di ogni seria giustificazione, la grave ed ingiustificabile sproporzione tra la strumentale quanto conclamata estromissione del PSI dalla maggioranza ed illegittimo (ma ininfluente ai fini dell’approvazione) esercizio del voto di astensione “addebitato” al gruppo del PSI che come accade in tante altre maggioranze politiche locali e nazionali, intendono, presidiare attraverso l’incriminata astensione, i propri principi e l’irrinunciabile libertà di pensiero su taluni particolari aspetti della vita amministrativa non del tutto condivisi anche a motivo del lamentato deficit di collegialità.Vero è caro sindaco che tu già da tempo eri alla ricerca dell’occasione propizia di liberarti del partito socialista, perché voce libera e quindi presenza scomoda nella tua c.d. maggioranza, e hai creduto di ravvisare tale opportunità nell’astensione manifestata dai socialisti in sede di consiglio comunale che è, e dovrebbe rappresentare per tutti, il luogo del confronto politico per eccellenza in vero da te disatteso proprio in ragione della censura mossa al legittimo comportamento del PSI con il conseguente effetto di sminuire implicitamente ma chiaramente, il ruolo affidato dai cittadini a ciascun consigliere e all’intero Consiglio Comunale.
Questo conferma il persistere del tuo disagio ad interagire pienamente con le regole della politica e della democrazia che non è fatto solo di numeri, come erroneamente ritenuto da taluni esponenti della stampa locale, ma soprattutto di idee, partecipazione, confronto e scelte da mettere in campo.
Da ultimo, caro Michele, approfitto di questa missiva per ringraziare il mio partito per l’opportunità concessami per questa esperienza amministrativa e per avermi supportato in questi 4 anni di duro impegno.
Ringrazio Te che hai aderito alla scelta del mio partito conferendomi la delega ai servizi sociali consentendomi di arricchirmi notevolmente sotto il profilo umano e politico.
Ringrazio infine il personale degli uffici dei servizi sociali che mi ha accolto con calore e simpatia, mettendo a disposizione grande professionalità competenza e quant’altro necessario per consentirmi di svolgere il mio lavoro con la necessaria serenità.
Ti auguro buon lavoro e soprattutto “buona strada”.