Leggo da un “quotidiano online”
che bergoglio avrebbe sferrato un duro attacco a una squallida truffatrice
seriale, al suo degno collaboratore, mediaticamente, fatto passare, presentato per/come
“mago” e “ai loro simili”. A Dire il Vero, non ho bene compreso, se il
redattore del breve trafiletto, in cui si dà la notizia degli sfracelli di
francesco “contro veggenti e cartomanti, non cristiani e presunti profeti”,
nell’aggiungere “ai loro simili” volesse, esclusivamente, riferirsi alla
cerchia vicina alla progettatrice delle
truffe da pollaio, o se il suo pensiero, attenzionando intellettuali, di cui
l’attuale vescovo di roma non si sarebbe, mai, sognato, non si sognerebbe di
scomunicare, volando indietro di oltre
2000 anni e coprendo il pianeta col suo volo, abbia voluto, inconsciamente,
mettere nel calderone dei “loro simili”, cioè dei simili alla signora dei
raggiri a poveri anziani, quasi analfabeti, al suo cavaliere in tutto servente,
tuttofare, anche tutti coloro che nei secoli e nei millenni si sono,
inutilmente, adoprati per dare una veste teologica, quando non filosofica, all’annosa
esigenza dell’uomo di trovare risposte, fondate, addirittura, scientificamente,
a tre domande: l’origine del mondo, l’esistenza di dio, l’immortalità o
mortalità dell’anima, ammesso che essa esista. Domande che riguardano la
“Metafisica”, di cui dopo Kant, più non
si parla, essendosi vanificata la pretesa di essa che si potesse, si possa
attribuire senso e significanza alle sue asserzioni, tentando di poggiarle sul
terreno roccioso della verificabilità empirica.
Tra l’altro, secondo la
Teoria del “Fallibilismo” di Popper, nessuna Teoria
Scientifica può offrici Verità Definitive, in quanto Esse non sono che
congetture, ipotesi interpretative della realtà, destinate, di volta in volta,
ad essere confutate da Teorie più Valide e Funzionali.
Bergoglio,
nell’infierire contro i “veggenti e
profeti”, privi dell’”imprimatur” della
tradizione e della gerarchia cattolica, li etichetta “contrabbandieri di verità”, “delinquenti”
(ecco il linguaggio di colui che, a torto, viene fatto passare, con scandaloso
conformismo, con immedicabile superficialità, quale portatore di una ventata di
forma e sostanza teologica nuova, dai media, ognora, pronti a salire sul
vincitore carro dell’apparire simpatico, in virtù di discorsi, atteggiamenti,
assolutamente, demagogici), citando un passo del vangelo nel quale cristo mette
in guardia dal fidarsi di “chi non entra nel recinto delle pecore per la porta” ma da un’altra parte. Costui è
“un ladro e brigante”. E sì le innumerabili pecore vissute nei tempi che hanno
coperto la Terra
con le loro deiezioni! E’, forse, improprio o non appropriato omologarle agli ingenui (per non dire altro
di più significativo) truffati dalla gentil donna, di cui sopra? E dai suoi
“simili” ? E perché le pecore non siano
animali rassegnati anche alla mattanza o, soprattutto, ad essere sgabelli di un potere (Ieri e oggi in molti
spazi del pianeta le medesime mani gestivano, gestiscono il potere politico e
religioso: augusto era “imperator e divus” e pretendeva la “proskinesis”, la
genuflessione, come il clero e i laici parrucconi fanno con il loro vescovo;
come tutta la gerarchia cattolica fa con il papa. Oppure, potere politico e
potere religioso erano, sono retti da
mani diverse, “sed” in consonanza di obbiettivi, di strategie per rendere i
popoli loro sudditi) che di essi raccoglie (non dimentichiamo che religione,
come altra volta ho chiarito, deriva da
verbo Latino “relegere, raccogliere”) il consenso e, manco a dirlo, le
sostanze, non di rado, con la forzata requisizione, è necessario entrare nel
loro recinto con la Forza
della Ragione, per Sollecitare in essi la Riflessione Critica
su quanto viene loro proposto, non con l’oppio della fede, della superstizione,
di una tradizione orale, che non documenta, affatto, la Verità, la Realtà Storica. Comunque,
bergoglio non conosce o fa finta di non conoscere quanto di truffaldino hanno
potuto compiere i suoi predecessori.
Riandiamo, allora, all’anno (non del
signore, visti i propositi del presunto vicario di cristo e dei nefasti
risultati, arrecati da essi alla chiesa
cattolica) 1514, in
cui il pontefice leone X promulgò una bolla con la quale dichiarava di
concedere l’indulgenza, in cambio di offerte di denaro (Troppo tardiva, e –
grege bergoglio, la sua scandalizzata filippica contro la chiesa ”affarista”,
contro lo “scandalo del commercio nel tempio, contro lo scandalo della
mondanità”. E’, sempre, stato nel dna del clero di essa, a tutti i livelli, o
dei laici, dai vertici di essa delegati ad operare per essa, l”avarizia”, cioè
la brama di ricchezze, di denaro, anche attraverso la rapina. Basti pensare
alla banca vaticana, detta “ior”, coinvolta, con i suoi prelati, con discussi
personaggi della società “incivile”, negli episodi finanziari più inquinanti
per l’economia italiettina) che sarebbe
servito per la costruzione della faraonica basilica di san pietro in roma.
Tanto scempio dell’Umana Intelligenza, nel dare veste canonica al “traffico
delle indulgenze”, fu la “Scintilla” della Ribellione di Lutero contro la
chiesa cattolica, che avviò la
Riforma protestante. Cosa si doveva indulgere, perdonare in
cambio di denaro ? Il perdono, l’indulgenza erano motivati da un contesto
teologico più immotivato, razionalmente,
di quanto possa non essere, razionalmente, fondata la “teologia”, “tout
court”: il discorso su dio, cioè su un fantasma! Il problema della salvezza
angustiava, non avendo altro di più serio su cui ponzare, i teologi cattolici.
Il paradiso era la “location” per/di tutti “post mortem”? O era necessario un
percorso esistenziale che non tutti erano in grado di sostenere o non avevano
voglia di sostenere ? Sin dalla chiesa delle origini, per guadagnare il
paradiso, s’erano richiesti i seguenti requisiti: la fede in cristo, la carità,
la misericordia operosa nei confronti dei poveri, dei malati, in generale, dei
deboli. Dio aveva, secondo coloro che parlavano e parlano “ex cathedra”, per
dogma (proclamato nel concilio vaticano 1°, convocato da pio IX nel giugno del
1868), infallibili, tollerando (MI fischieranno le orecchie per l’uso del verbo
“tollerare”, “sed” i miei censori, se non vorranno contraddire la “fiction” del
loro dio, derivata dai cosiddetti “testi sacri”, non potranno non convenire
con la mia Opzione del verbo, di cui
sopra) il “libero arbitrio” negli
uomini, aveva ad essi concesso, ad essi concede la facoltà di credere in lui,
di improntare la loro vita ai precetti, ai consigli dettati dai suoi supposti
veri, autentici rappresentanti nel mondo. Oppure, NO! In ogni caso, coloro che
sceglievano, scelgono la fede in dio e i “diktat” morali, prescritti dalla
chiesa cattolica, avrebbero potuto, potrebbero trasgredirli e cadere nel
peccato, sì da essere colpiti, in tal caso, dalla pena dell’inferno, che
avrebbero potuto, potrebbero evitare, pentendosi di esso col sacramento della
confessione.
Ma i “captivi diabuli”, in
vita, con le opere buone e con esborso di denaro, proporzionato alla gravità
dei peccati, alla chiesa e alle sue
propaggini, ovunque diffuse, avrebbero potuto, potrebbero godere di uno sconto
di dimora nel purgatorio, da dove le loro anime, e quelle di altri defunti, già
dimoranti in esso, finalmente, mondate, purificate, avrebbero avuto, avrebbero
la licenza di ascendere alla beatitudine paradisiaca.. L’indulgenza, deliberata
dai maggiorenti della chiesa cattolica, in cambio di offerte in denaro, secondo
la dottrina di essa, elaborata e praticata, simoniacamente, nel millenni,
avrebbe permesso, permetterebbe all’anima di un peccatore defunto di abbreviare
l’aspettativa della gloria dei cieli. E quale la fine, il destino della
interminata moltitudine dei peccatori “sine pecunia”? Con il lendinoso “mercato
delle indulgenze” la tanto sbandierata uguaglianza degli uomini davanti a dio,
almeno, se non fosse stato, se non fosse possibile davanti a ”renzi”, veniva
meno, ché solo i ricchi, gli inseriti nel cerchio magico del potere, in buona
sostanza, una esigua minoranza di privilegiati avrebbero potuto, potrebbero,
nonostante fossero, siano incalliti malfattori, oliando le procedure
penitenziali, dal clero cattolico officiate, garantirsi il divino empireo. E le
imposte apparizioni miracolose mariane in molte regioni europee quanti “sghei”
ha garantito alle casse del vaticano? Qualcuno, ironizzando, ma non troppo, ha
affermato che la madonna predilige certe comunità. Infatti ”la madonna, che si
ritiene apparsa migliaia di volte, sembra disdegnare alcuni paesi luterano –
razionalisti (Scandinavia), nonché quelli islamico – integralisti (Arabia
saudita) e predilige nettamente Paesi a tradizionale influenza cattolica
(Italia, Francia, Spagna)”. E, giammai, appare agli atei, agli agnostici, agli
scettici, “sed” ai, culturalmente, semplici, in lei credenti, sì che codesti
fenomeni “miracolosi” e fatti paranormali potrebbero essere spiegati, tenendo
conto della soggettività e delle attese del veggente o dei rapporti tra il
piano mentale di esso e quello dei processi biologici, tanto che la medicina
del ’900 ha ridotto, quasi totalmente, il primo ai secondi.
Inoltre, laddove
v’è qualcosa di, religiosamente, strano o straniero alla più elementare scorsa
razionale, cresce, prioritariamente, la gramigna del redditizio lucro da
turismo religioso, agganciato all’evento, che ne sponsorizza il riconoscimento,
ovviamente, non obbiettivo, da parte della gerarchia cattolica, della soprannaturalità
di esso. Ad esempio: apparizioni della
madonna a fatima, a lourdes, a medjugorje; l’approdo a loreto nelle marche,
portata dagli angeli da nazareth, della casa che sarebbe appartenuta alla
“sacra famiglia”; la ”sindone”,”alias” il lenzuolo in cui sarebbe stato avvolto
il cadavere di gesù. Nessun altra reliquia è stata, numerose volte, ”rivoltata,
come un calzino” ed esaminata, scientificamente, col responso da siffatte
indagini che è un falso per la
Storia e per la chiesa che, ad onta di ciò che sa, supportata
da complici bombardamenti mediatici, non smette di invitare folle, masse di
creduloni a visitare nella cattedrale di torino l’ostensione di essa. Per non
parlare dei chiodi e dei pezzetti di legno della “croce” che rettori di chiese,
di basiliche, di canoniche mostrano ai curiosi, sperando
offerte sostanziose, raccolti in preziose teche. E che dire della profittevole,
per l’episcopato napoletano, liquefazione del sangue di san gennaro? Della
riproduzione annuale, che richiama, profittevolmente per bari e per i frati
gestori della basilica di san nicola,
torme di turisti russi e non solo, della “manna” nella tomba, ove sono
custoditi i resti del santo che, secondo
niceforo e giovanni arcidiacono, galleggiavano nel medesimo liquido, allorché i
baresi li rubarono da mira ? Se qualcosa dovessimo Dire, non Faremmo altro che
Ripetere ciò che la Scienza
ha Decretato, oltre ogni ragionevole dubbio.
Infine, molti sono i dubbi sulla
storicità di gesù di nazareth e, pur, su
di essi è stata edificata la prezzolata cattedrale del cattolicesimo, i
cui ministri peccarono e peccano, soprattutto, nelle parole, nelle azioni,
nelle omissioni che allontanano codesta confessione religiosa dalla sua
primigenia ispirazione evangelica. Il
cattolicesimo conserva solo la fede in un generico dio, ipostatizzato, come
“Vero Dio”, è la sola che conta: basta avere fede e i bertone di turno saranno
salvati, sì che nella “liturgia della parola” si recita: ”Signore, non guardare
ai nostri peccati, ma alla fede della tua chiesa e donale unità e pace secondo
la tua volontà”. Messa, così, a posto la coscienza, con fede si insiste, da
millenni, nel “peccare” senza ritegno e vergogna. Molti si chiedono, come mai
la chiesa cattolica, ad onta degli scandali, delle turpitudini commesse da
papi, cardinali, prelati dentro e fuori le mura leonine “manet optime” nella
storia che ha visto la nascita, la crescita, il declino di potenti, spesso
tirannici, regimi?
Ché essa è l’epifania del potere, che ha reso, rende schiavo l’uomo, a memoria
d’uomo; che non teme d’infognarsi nel male, anzi, il male è la sua essenza, il
suo stigma precipuo. Appena sopra, ho accennato alla dubitabile storicità di
gesù di nazareth. Il gesù dei vangeli, non avendo scritto, né nulla dettato,
sarebbe stato il classico maestro acroamatico, come Socrate, il cui Pensiero fu
Diffuso da Platone, Aristotele, suoi
Discepoli. Le fonti su gesù sono tutte indirette, anche se molteplici. La più
antica s’incardina nelle “epistole” di paolo, ebreo ellenizzato, che non
conobbe, direttamente, gesù, sebbene a lui coevo, come tanti suoi connazionali.
L’influenza storica di paolo è data dall’elaborazione della teologia cristiana,
mentre gli evangelisti, marco, matteo, luca, giovanni, si occupano,
prevalentemente, di narrare le parole e le opere di gesù, secondo una
prospettiva di fede che ”seleziona dei fatti in funzione della loro lettura
teologica”. Ma dei fatti essi non furono spettatori, meno che mai, protagonisti
con il nazareno, ché nati ben oltre la seconda parte del 1° secolo dell’era
volgare. Paolo nella “Prima lettera ai
corinzi” (15, 3 – 5) ammette che “vi ho trasmesso quello che io stesso ho
ricevuto: cristo è morto per i nostri peccati, secondo le Scritture, fu
sepolto, risorse il terzo giorno, secondo le scritture, apparve a Cefa, poi ai
dodici”.
Le lettere di paolo definiscono, quindi, i fondamenti dottrinali del
valore salvifico della incarnazione, passione, morte, resurrezione di gesù. Se gesù
di nazareth è esistito, Ribadisce Hermann Samuel Reimarius nella sua “Apologia
degli adoratori razionali di Dio”, egli riteneva di essere il messia politico,
ché il fine della sua azione era la liberazione degli ebrei dal dominio romano.
Probabilmente, sarebbe stato un uomo saggio, come Attesta lo Storico Flavio
Giuseppe, “la cui condotta era buona, e le cui virtù riconosciute. E molti dei
giudei e delle altre nazioni si fecero suoi discepoli. E Pilato lo condannò ad
essere crocifisso e a morire…”
Ma il presunto
gesù della storia non coincide con il gesù mitizzato dei racconti
evangelici. Pertanto, Conclude Remarius, “la nascita del cristianesimo si basa
su un falso storico”. Gesù era, forse, uno dei tanti “christos”, unti dal
signore, per la liberazione degli ebrei dalla schiavitù romana, non il figlio
di dio. E si continua a mentire, a chiedere agli italiettini, cattolici per
dovere civico, il 5 per mille nella/della dichiarazione dei redditi, per
perpetuare un potere, una egemonia sottoculturale su di essi, che non ha
fornito nel passato e nel presente buone prove. Approfittando di una palese
menzogna!