Dopo aver
Tanto Detto, la chiesa cattolica, cioè l’interminata “fuga”, come colonne di
non pregiata pietra, che non ha niente da spartire con il duttile marmo di
Carrara dal quale il Divino Michelangelo Si Limitò a Far Emergere il Sublime“David”, dei fedeli suoi, rispetto al vertice vaticano, è, aristotelicamente,
“sostanza” o “accidente”?
Preliminarmente, è d’uopo Precisare che la parola
“chiesa”, quale che sia la sua aggettivazione, deriva dalla Parola Latina:
“Ecclesia(m)” e, ancora prima, dalla Parola Greca: “Ekklesìa” che, a sua
volta, Deriva dal Verbo Greco: “Ekkalein”(chiamare).
Pertanto, se una Comunità
di Uomini Sentiva, Sente il Bisogno di RadunarSi, di ChiamarSi in un luogo per
Discutere dei suoi Problemi, o, magari, Convocata, Chiamata da un Eletto da
Essa, ebbene, quella Comunità Formava, Forma un’Assemblea di Uomini che, grazie
alla loro Disponibilità al Dialogo e alla Capacità loro di far tra loro
Emergere le Idee Migliori Esposte nel Modo Migliore, Si Nobilitavano, Si Nobilitano in Cittadini.
Nelle Città – Stato
dell’antica Grecia, l’”Ekklesìa” era l’Assemblea Generale dei Cittadini che
nei Regimi Democratici aveva Sovrane Prerogative.
Tranne, forse, agli albori
delle comunità cristiane (dopo costantino diventate cattoliche), sparse in
tutto il bacino del Mediterraneo, i cui membri si congregavano per Leggere i testi
degli evangelisti, non per farseli interpretare da un “autocratico leader”,
come paolo di tarso, che ipostatizzava, in mala fede, un’interpretazione di
essi, soltanto, sua; per eleggere i loro vescovi, che non avevano un “primus” perché vescovo di
roma, sede dell’imperatore, sul cui potere temporale assoluto, in seguito, fu
ricalcato il potere dei papi, non dissimilmente temporale, giammai, venato di
accenni di spiritualità, i cattolici sono stati, sono educati dai loro
“pastori” ad essere un non metaforico gregge, creduli non ai sacri testi che si
supponeva, si suppone fossero, siano la trascrizione del pensiero e della
parola di gesù di nazareth, sebbene ai
contenuti dei documenti, dei catechismi, dei canoni, elaborati da una ristretta
cerchia di esperti nell’annichilire la loro consapevolezza critica, in cui
erano, sono promessi metafisici premi o minacce di metafisici castighi nel caso
fossero stati, siano fedeli o infedeli al lavoro degli “strozzacervelli”.
Dalla Premessa, appena, Elaborata, Si Evince che la chiesa cattolica, intesa
come popolo di fedeli nel pianeta a macchia di leopardo, è solo un “accidente”,
un grumo immenso di “giaculatorianti”, senza “cogito”, ubbidienti a doveri non
legittimi in quanto ad essi non Si Oppongono Diritti, contrapposto alla
“sostanza” di essa, storicamente, sovrana, costituita da coloro che sono stati,
sono assisi sui troni papali e dai loro giannizzeri posati sugli scranni più in
basso.
Non il magistero dei sacri testi, “sed” i deliberati, i decreti, le
decisioni, gli interessi di “siffatta sostanza” hanno avuto, hanno peso, sono
stati, sono vagliati all’esterno del “bubbone cancerogeno”, secondoGuicciardini, nei rapporti internazionali (non bisogna dimenticare che il
“capo” connotante la “sostanza” è, soprattutto, un “capo di stato”, in via
subordinata il “capo” di una confessione religiosa, e come “capo di stato”
viene ricevuto dai suoi omologhi nei suoi viaggi all’estero) e le folle
osannanti (le piazze riempite di carne drogata da ben orchestrate campagne
mediatiche, i templi, ovunque, vuoti di oranti, a meno che non sia in essi
presente la “faraonica sostanza” a “blablaneggiare” l’inutile e il vano) al
passaggio del sommo mitrato sono le folkloriche “bestie da soma” necessitate a
portare in groppa il peso di un potere che, grazie ad esse, al numero, a volte,
incalcolabile di vocianti, di cui sono composte, trova la sua, assolutamente, mondana
giustificazione e il suo accesso nel sinedrio delle “anime morte” a qualsiasi Immaginazione, Concezione del
Bene Comune.
Dopo il non inutile Uso
della Lampada della Storia sul passato, veniamo al presente.
Non di rado,
all’epifania di un evento, che in noi produce indignazione, ci consoliamo con il “mantra”, con la formula: ”Oportet
ut scandala eveniant”.
Per essere Precisi la frase completa del vangelo di matteo recita: ”Necesse est
enim ut scandala veniant (E’ inevitabile che avvengano gli scandali)”, ”Verumtamen
vae homini per quem scandalum venit (ma guai a colui che li produce)”.
Gesù,
così, ammonisce di non operare nei modi che possano determinare scandalo negli
altri. In senso traslato essa significa che per scatenare una giusta reazione o
per fare emergere un problema è necessario un evento scandaloso.