Cara Angela Ricci Colli (docente di origini bitontine, ha
insegnato nei licei lombardi, è appassionata delle vicende del borgo suo natio
ed è amica del poeta),
la “Legge
delle XII Tavole”, ovviamente, voluta ed elaborata dai soliti noti, sopra
argomentati, era, particolarmente, severa nei confronti di chi si indebitava,
tanto che poteva essere ucciso dai suoi creditori e parte del suo corpo
distribuito tra essi), di enormi estensioni di terra. Codesti malversatori al
potere erano, quindi, “possessores” di terre, fondamentalmente, di Tutti,
comuni, del demanio. Per diventare proprietari di esse inventarono, come sopra
ho Accennato, l’”usucapione”.
Essi, legalmente, in virtù di un diritto
confezionato “pro domo sua” erano autorizzati a diventare proprietari di quelle
terre di cui, avvalendosi, anche, di false testimonianze, erano stati da tempo
”possessori”, perché la vera
proprietaria di esse, cioè, la “res publica”, mai, con atti, giuridicamente, formalizzati ne aveva rivendicata le proprietà. La “res
publica” con il suo silenzio assentiva che essi potessero, finalmente, accampare
la proprietà di quelle terre. La “res publica”?
Ma essa era ed è, ovunque,
un’entità astratta, mentre concreti, in carne ed ossa, sono coloro che in nome
e non per conto di essa fanno e disfanno sulla pelle, sul sangue, sul lavoro,
sulla fatica di milioni di babbei che non contano nulla e che, pur avendo la
possibilità di Allenarsi, Educarsi a Contare, Usando con Passione, con
Razionale Impegno gli Strumenti Culturali che le classi al potere con il
contagocce mettono o sono costrette dai tempi a mettere a loro disposizione,
preferiscono l’irresponsabilità della condizione di sudditi, alla
Responsabilità del Cittadino che Sa Controllare ciò che avviene, si fa nei
piani alti (solo fisicamente alti) della non comunità in cui è costretto a
vegetare e da cui Vuole EmanciparSi.
E dopo siffatta Liberazione Sa, anch’Egli,
Salire ai piani alti della non comunità che, resi da Lui, Eticamente, Alti,
Costituiscono la Fase Propedeutica
ché la non comunità Diventi Comunità, un “Ensemble”, un Gruppo di Uomini e
Donne che, armoniosamente, all’unisono, Collaborano per un Risultato d’Insieme:
per la Felicità
di Tutti che è Fatta di Pace, di Tranquillità, di Giusto Benessere Materiale e
Spirituale per Tutti.
Cara Angela, sabato scorso, il capo del governo italiettino,
tal matteo renzi, ha fornito la più lapalissiana, latina dimostrazione che i
“galatei”, i codici di “buone maniere”, le “norme morali”, sono una sorta di
“machiavelli” del potere per tenere coese le masse, per padroneggiarle, facendo
sì che gli uni sorveglino i comportamenti degli altri, avendo come punto di
riferimento sottoculturale i codici di “buone maniere” e le “norme morali” che
riguardano, soprattutto, le tendenze affettive e sessuali degli individui. Le
cosiddette agenzie educative: la famiglia e la scuola, la sacrestia, il partito
vengono delegati dal potere a indurre negli individui adolescenti modi di
vivere, di stabilire relazioni interpersonali non elaborati da essi, non da
essi sperimentati nella loro validità di essere cursori di Costruttivi Rapporti
tra gli Uomini, ”sed” imposti, attraverso le figure parentali, del personale
scolastico di ogni ordine e grado, attraverso il prete sagrestano o il
galoppino partitico, ché gli uni diventino gli sbirri degli altri, ché ciascuno
si faccia occhio del potere nei confronti dell’altro, perché l’altro sia
indotto a includersi nel ruolo di genere, sociale, di censo che il destino gli
ha assegnato; ruolo che ha la funzione di indurre l’individuo a censurare, a selezionare parole, azioni,
omissioni non con esso compatibili, pena l’esclusione, perfino, dalla società.
Diceva Leonardo Sciascia che la becera preoccupazione di indurre gli individui
giovani al rispetto del ruolo loro assegnato dall’ “essere essi nel mondo” era,
é delle madri: erano le madri che imponevano alle giovani femmine di stare al
“loro posto”, se fossero per disgrazia rimaste nubili zitelle o, se signorine
in attesa o in cerca di marito, che apparissero dotate di “onestà e pudicizia”;
oggi sono, ognora, esse che accompagnano le figlie giovani ai vari “casting”,
anche, dei più sgarrupati spettacoli televisivi, dei più indicibili progetti
cinematografici, ché chi non appare su uno schermo, piccolo o grande, può
considerarsi non presente nella società o da essa reietto.
Erano e sono le
madri, specie quelle del sud, di ogni sud, a indottrinare il giovane figlio
maschio al più lercio “machismo”, per cui può fare a meno di avere Pensieri,
Idee, Sensibilità, Valori che Connotano l’autentica Virilità del “Vir”,
purché possa egli, a destra e a manca,
inorgoglirsi, andare fiero dei presunti potenti suoi mezzi di produzione di
carne da macello. Sono le madri che aizzano i figli all’odio nei riguardi dei
componenti il clan avverso, per cui le faide, ove da tempo sono state accese,
non hanno mai termine; sono le madri dei palestinesi che aizzano i loro figli
all’odio nei confronti degli ebrei, così come le madri ebree aizzano i loro
figli all’odio nei confronti dei
palestinesi, ignare, le une e le altre, di fare il gioco delle potenti lobby
delle armi e degli interessati nemici della pace fra i due popoli.