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Home » L’Elzeviro/L’Uomo Comunista e l’Uomo Liberale: differenze storiche, contenutistiche e filosofiche

L’Elzeviro/L’Uomo Comunista e l’Uomo Liberale: differenze storiche, contenutistiche e filosofiche

Ognuno di noi è chiamato ad essere, per non finire ad affollare un popolicchio di individui invertebrati

Gaetano Avena by Gaetano Avena
18 Marzo 2017
in Cronaca
L’Elzeviro/L’Uomo Comunista e l’Uomo Liberale: differenze storiche, contenutistiche e filosofiche
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“L’uomo – Diceva Umberto Saba – è un animale aggressivo, il più aggressivo del creato. Per questo fa la guerra”. E IO sono un uomo, come tutti gli altri uomini: aggressivo, appunto; “in potenza” potrei perpetrare tutto il male possibile; “in atto” sono distolto dal male, in quanto ho elaborato nella mia Interiorità il Concetto del “Dover Essere”, quasi una stella polare, però, eccessivamente, luminosa, irraggiungibile. Quale la Densità, l’Essenza del “Dover Essere”? Cosa MI Chiede di Essere il ”Dover Essere”? Senza del Quale, per Parafrasare Ivan Karamazov dell’Omonimo Romanzo di Dostoevskij, tutto il male potrei IO perpetrare, come essere senza dio. Infatti, Sono senza dio, in quanto Ateo, senza più dubbi, irrevocabilmente, sì che, per arginare l’energia negativa che, potenzialmente, potrebbe tracimare da ME, ho Posizionato in Cielo, a mo’ di un Dio, l’Uomo Comunista, che è l’Antropizzazione, cioè la Rappresentazione, l’Immagine Fisica del “Dover Essere”. L’Uomo Comunista è Qualcosa d’Altro dall’uomo storico; è l’Uomo che non c’è in alcun luogo, che non c’è, mai, stato in alcun luogo, che non ci sarà, forse, mai, in alcun luogo. Come l’Utopia o Ciò che E’ Utopico: il Luogo che non c’è, la Felicità che non c’è, la Perfezione, che non c’è, la Giustizia, che non c’è, la Libertà, che non c’è; La Verità, che non c’è. Insomma, non ci Sono tutti i Valori, in Nome dei Quali, spesso, ci vantiamo di operare, ma dei quali non abbiamo, nemmeno, l’Idea. Quanto sangue, invece, nei millenni è stato sparso in nome di quei Valori! Perché uomini dalla sottocultura “d’antan”, allevati in microgruppi, come le famiglie, da esse gettati verso orizzonti sociali circoscritti, sia pure confinanti con macrogruppi, come gli stati, hanno avuto la miserabile presunzione di incardinare quei Valori in progetti di  rinnovamento sociale radicale, pur dai microgruppi e macrogruppi, di cui sopra, non educati, plasmati, non resi funzionali alla Realizzazione di Essi e a ViverLi. Rivoluzioni gli idioti chiamarono i loro stolti tentativi, che partirono col tagliare la testa, ad esempio, a luigi XVI e chiusero il giro, ritrovandosi sotto il tallone di napoleone; che partirono per detronizzare l’assolutismo regio, di medioevale spessore feudale, e si ritrovarono ad aspettare, con ansia e con la paura di una corda al collo, le decisioni di regnanti dell’”ancien regime”, ancora, con la testa sul collo, riuniti in congresso a vienna. E in russia i rivoluzionari proiettarono un film già visto: da nicola II a stalin a putin e sotto il vestito della Storia niente, per Citare il Film di Carlo Vanzina del 1985, o il sangue dei mestrui di Essa, dei corsi e ricorsi di Essa, delle “nemesi” di Essa. Il ”Dover Essere Comunista” MI Rende Inquieto: So, Sono Consapevole che sul pianeta Terra la disuguaglianza sociale, l’ingiustizia è immane e, pure, sono Convintissimo che codesti crimini, iniquità, immoralità sociali, dei quali colpevole è l’uomo storico, potrebbero scomparire, se Comparisse nel tempo e nello spazio planetario l’Uomo Comunista, ché nessun uomo, come ME, o, come tutti gli uomini, miliardi, che percorsero, percorrono, percorreranno il terreno viatico, riuscirà ad estirparli dalle umane relazioni. Non è, neppure, riuscita la Scienza, la Filosofia, l’Arte, la Poesia, la Tecnologia, quasi, Immaginifiche Protesi, sempre più sofisticate, per Itinerare attraverso la Natura, nel contempo Indagando l’uomo nel suo interiorizzarsi e nel suo esteriorizzarsi ad Essa, all’altro uomo, Partendo dalla Messa in Discussione Filosofica di tutte le autoritarie certezze del Sapere, della Conoscenza acquisita; perché l’uomo si Elevasse fino al Sublime, cioè, alla Soglia più alta, al Limite delle sue Possibilità, alla Perfezione, dopo Saggi, Prove, Ricerche, non sempre, coronate da successo.  
Uomini di grandissima, ineguagliabile Genialità, Uomini, comunque, storici (molti dei Quali con tutti i difetti, vizi,  l’egoistica arroganza dei loro simili) furono, sono, saranno i Grandi Scienziati, Filosofi, Artisti, Poeti e, nonostante la loro ardua Fatica, pochissimi continuano ad accaparrare, a requisire, con la frode, con la violenza, reclutando, in funzione di anestesisti di ogni specie di rabbia, di malcontento, scribacchini di ogni risma religiosa, a loro organici, ciò che al mondo è di tutti. Ma, anche, i molti depredati sono uomini della medesima stoffa dei depredatori; l’unico loro obbiettivo, ammesso che ne avessero avuto uno, ne avessero uno, ne avranno uno, fu, è, sarà quello, ove l’alternarsi delle vicende storiche glielo avesse consentito, glielo consentisse, glielo consentirà, di passare dalla parte delle vittime alla parte dei carnefici. Allora, qual è l’”ubi consistam” dell’Uomo Comunista, da non confondersi con l’omuncolo pciniano, per restare “in italica limina” ? Il non far germogliare, giammai, nella sua Mente e nel suo Lessico lo squallido concetto di “proprietà” e il termine “proprietà”. L’ ”Uomo Comunista” non è, non vuole essere proprietario di niente: Tutto Ciò che E’, Ciò per il Quale E’, cioè, persino, il suo Corpo, Mette a Disposizione, non del suo prossimo (così, cadrebbe nel vieto familismo e si identificherebbe con i miliardi di “animalia”, senza mostrare o dimostrare di aver Fatto il Salto di Qualità dall’essere, solo, vivente, all’ Essere, anche, Pensante), ma della Comunità di Tutti gli Uomini, che non Possono non Essere, anch’Essi, Comunisti. L’“Uomo Comunista” E’  Sicuro, Determinato che la Casa Comune Sua e di Essi Sia il pianeta “Terra”, Casa Comune, che Egli, in Comunione con i miliardi di Uomini Comunisti, Tiene in Ordine, Ne Rispetta l’Armonica, Incontaminata Bellezza, per TrasmetterLa alle nuove Generazioni. Notare che non Parlo di figli o, peggio, di suoi figli, in quanto è  l’Intera Comunità degli Uomini Comunisti che  S’ ”Albeggia”, RiproducendoSi. Utopia ? Confermo, però, Molto di Simile alle mie Sognanti Argomentazioni è Detto, Scritto nella Bibbia e Caratterizza il Pensiero di Marx. Infatti, Cristianesimo e Marxismo sono Legati dal medesimo Messianismo, cioè, dalla frenetica Aspettazione di un avveniristico Rivolgimento politico – sociale  e, quindi, dalla intuizione di una Possibile Realizzazione del “Paradiso” in “Terra”. Al capitolo 4 degli “Atti degli Apostoli”, dal Versetto 32 al 35, Possiamo Capire com’erano o, più realisticamente, come dovevano, in teoria, essere Organizzate le prime Comunità dei Cristiani, per con indicibile scandalo Rammaricarci che le varie ramificazioni chiesastiche, sette del Cristianesimo, alleandosi con il Potere nei paesi, dal loro proselitismo invasi, abbiano, addirittura, frenato le aspettative, Ispirate dal Verbo del Nazareno, degli Ultimi di essere risarciti delle angherie subite nei millenni. ”La moltitudine di quelli che avevano creduto aveva un solo cuore e una sola anima, e nemmeno uno diceva che fosse sua alcuna delle cose che possedeva. Ma avevano ogni cosa in comune. E con grande potenza gli apostoli rendevano testimonianza della resurrezione del Signore Gesù, e immeritata benignità era su tutti loro in grande misura. Infatti non c’era fra loro uno solo nel bisogno, poiché tutti quelli che erano proprietari di campi o case li vendevano e portavano il valore delle cose vendute e lo depositavano ai piedi degli apostoli. Quindi, si faceva la distribuzione a ciascuno, secondo che ne aveva bisogno”. Dopo due millenni, circa, Marx Proclamerà, similmente: ”In una fase più elevata della società comunista, dopo che è scomparsa la subordinazione asservitrice degli individui alla divisione del lavoro, e quindi anche il contrasto di lavoro intellettuale e fisico; dopo che il lavoro non è divenuto soltanto mezzo di vita, ma anche il primo bisogno della vita; dopo che con lo sviluppo onnilaterale degli individui sono cresciute anche le forze produttive e tutte le sorgenti della ricchezza collettiva scorrono in tutta la loro pienezza, solo allora l’angusto orizzonte giuridico borghese può essere superato e la società può scrivere sulle sue bandiere: Ognuno secondo le sue capacità; a ognuno secondo i suoi bisogni!”. Tutta questa lunga Filosofica Premessa, Sperando di Essere Stato Chiaro, per non essere preso a sassate dal coro, dopo ciò che d’Impopolare o di Anomalo o di, mai, Precisato Dirò. Desidero, senza remore, non smentire che IO non Sono un “Uomo Comunista”: per educazione, perché allevato in una famiglia, cellula terminale dell’ideologia dei regimi (ad dire il vero, nella sostanza, simili) avvicendatisi al centro dello stato italiettino, da quando sono nato sino al momento in cui scrivo; perché stato e famiglia hanno costituito due cerchi concentrici, che MI hanno impedito di Comprendere nel mio Cuore e nella mia Anima tutti gli uomini e di, solo, Supporre che ciò di cui dispongo, ho disposto, disporrò, avrei Dovuto, Dovrei, Dovrò Metterlo a Disposizione di Tutti. Però, la mia dagli altri Diversità Sta nella Ferma Convinzione che, da uomini, come ME, come i miliardi a ME simili che  sono, fugacemente, passati, passano, passeranno dalla “Terra” all’inferno, una Storia umana, diversa da quella che conosciamo, non sarà, giammai, Scritta. Allora, per Concludere, se non Siamo Comunisti, siamo liberali ? “Tertium non datur”. Ho, già, Spiegato, ampiamente, Cosa Significhi Essere Comunista, quali Atteggiamenti, Comportamenti Imponga tenere verso gli Altri e verso il Mondo; mentre l’ideologia liberale in politica  suffraga che gli individui hanno dei diritti (ma non parla di Doveri di essi) che lo stato ha il compito di garantire; in economia, allo stato, per il miglior funzionamento di un sistema economico, essenzialmente, spetta rassicurare che al suo interno e al suo esterno, senza sue ingerenze, si esplichi la libera manifestazione dell’ agire economico individuale. Individui, quindi, chiusi nei loro egoistici interessi, che significano profitti, non rare volte o spesso o sempre illeciti, ché, Ripeto, quando il “Dover Essere” latita, tutto è permesso; individui, che pretendono sia tutelato dallo stato il diritto alla salute, allo studio, di essere dallo stato risarciti, se la terra trema, se giove pluvio urina troppo con l’inevitabile straripare, dal letto dei fiumi, dei torrenti, dell’urina abbondante, ché, grazie, diciamo, ai dissesti idrogeologici, da essi causati, non può scorrere al mare; individui, così, istericamente, gelosi della loro”roba”, che, fabbricandosi l’alibi di non essere, sufficientemente, difesi  dallo stato nella loro “persona” (maschera di vegetanti perbene) e nei loro averi, contro eventuali malintenzionati si arrogano la legittima difesa e la individuale giustizia; individui, che esigono, reclamano ecc.,ecc., ecc., ecc. Ma lo stato non può dare ciò che non ha e, per salvaguardare i legittimi diritti di tutti, avverte la Suprema Necessità che tutti Attendano ai loro sacri Doveri di Cittadini. Un popolicchio di individui, fotocopia gli uni degli altri”,”sed” sbarrati gli uni agli altri, incapaci di Spalancarsi, vicendevolmente, gli uni agli altri e alla collettività, che li ordina, li organizza, evasore di tasse, annualmente, per 200 miliardi di euro, cosa può pretendere da uno stato, tra l’altro retto, amministrato da corrotti, incapaci, da esso delegati al rispetto di diritti, a cui non s’oppongono Doveri da Onorare in Nome dell’Etica che, Insita nella Deontologia Democratica del Responsabile “Civis”, Concede molto di più di quanto Prometta?

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