Volevate il rap a Bitonto?
Bene. Venerdì 15 Luglio 2016, data significativa per la
timida scena rap bitontina.
Viene pubblicato, infatti, Bitonto Cypher, prodotto finale
dell’iniziativa creata dall’MC (maestro di cerimonia, termine strettamente
collegato alla cultura Hip Hop in particolare al freestyle) Francesco
Acquafredda in arte Look Out, già attivo sulla scena rap grazie ai successi
ottenuti in varie gare di freestyle anche fuori Puglia.
Grazie ad un processo
di emulazione creativa, ha riproposto in chiave del tutto sperimentale ed
originale qualcosa che era già stato concepito a Napoli e Roma, dove,
indubbiamente, la cultura Hip Hop italiana affonda le sue radici.
Difatti, dopo
aver frequentato assiduamente ambienti in cui si respira Hip Hop nel vero senso
della parola e notando che quelle zone si facevano promotrici di novità in Italia, spinto dall’ardente passione per questa cultura, ha pensato bene di riunire un collettivo di
MCs, Djs, beat boxer, tecnici del suono
e registi del posto, con l’obiettivo di “fare qualcosa per Bitonto” e di diffondere il rap tra i
bitontini, da sempre scettici, ostili verso questa cultura.
Ma a giudicare dai riscontri
positivi ottenuti in meno di una settimana dall’uscita del brano (300
condivisioni su Facebook nei primi due giorni, circa 50 000 visualizzazioni su
You tube e tanti complimenti da una significativa parte della scena rap
nazionale) si può dire con discreta certezza che il movimento stia attecchendo nella popolazione e stia abbattendo le barriere del pregiudizio riguardo il
rap.
Gli ottimi risultati conseguiti sono frutto di grandi sacrifici e impegno
profusi da ogni singolo partecipante.
Basti pensare che il progetto è stato
completamente autofinanziato ed è stato portato a termine in tempi da record.
Invero, è servito solo un mese per comporre le strofe, registrare e mixare il
brano da Raptor Records, girare il video presso la villa comunale di Bitonto e montare
il video, fiore all’occhiello del progetto grazie all’esperienza di Dario De
Sanni.
Non è mancato, tuttavia, chi ha creduto da subito nel progetto, MauTan
Tatoo artist, Haru ristorante giapponese e Cartoleria pub, che hanno
contribuito alla realizzazione con un ingente supporto concreto.
Ma il successo di tale
iniziativa e la sua sicura godibilità si devono, inoltre, all’eterogeneità di
stili che i vari MC’s adoperano nei loro versi attraverso i quali esprimono
quella che è la loro idea di Hip Hop (talvolta senza peli sulla lingua) e tengono
fede a quella che risulta essere la prima regola dell’Hip Hop: rappresentare.
Così, dopo un breve intermezzo di beat box, disciplina che negli ultimi tempi
vanta un cospicuo numero di praticanti, ad opera del giovane promettente Kevin
Fioriello in arte Eddy classe ’99, sulla
base musicale prodotta da VinDee, che vanta numerose collaborazioni con
svariati artisti della zona in particolare col sopra citato Look Out, e sugliscratch e loops che scandiscono il ritornello gentilmente offerti dal veteranoDj XL, si assiste al susseguirsi dei vari artisti che esprimono i propri
concetti sui ritmi freschi dell’Hip Hop moderno con alcune reminiscenze reggae.
Nell’ordine: Look Out con le sue liriche irriverenti e sarcastiche
indirizzate a tutti coloro che speculano
su questa cultura, U Rob all’anagrafe Roberto Granieri che, forte
dell’esperienza maturata negli anni all’interno delle dancehall suggella il già
saldo rapporto tra rap e reggae (per chi non lo sapesse i due generi sono
storicamente in rapporto di interdipendenza), Francesca Ricciardi nota come Cekka,
già assidua frequentatrice di jam di freestyle, la quale smonta la tesi secondo
cui il rap sia solo roba da uomini, il giovane talento, anche lui classe ’99,Angelo Zaccheo in arte Tagore che si è mostrato il più meritevole tra i
candidati che ambivano ad un posto all’interno della traccia, il
goliardico Vito Acquafredda conosciuto
dai molti come Panico, che vanta un gran numero di vittorie in
molte gare di freestyle in tutta Italia, soprattutto grazie alla sua spiccata
dote di produrre punchlines (rime da battaglia) che lo contraddistinguono anche
all’interno del brano, Red Hat pseudonimo di Giannicola Speranza, MC e
produttore, che sperimenta nella traccia la moderna tecnica dell’autotune
parecchio diffusa nella scena contemporanea con gradevoli risultati, ed infine,
non per importanza, ovviamente, Daniele Bonasia noto al pubblico come Bonsai, anch’egli vincitore della maggior di gare di freestyle disputate in provincia.
Questa iniziativa è
da ritenersi come una sorta di schiaffo morale contro gli “estimatori”, contro
coloro che si sentono in dovere di criticare e giudicare qualunque progetto
lasciandosi guidare molto spesso dall’invidia nei confronti di chi ottiene riscontri
positivi.
L’Hip Hop ormai si sta espandendo a macchia d’olio e tale processo è
inarrestabile e perciò non si può far altro che informarsi sulla nuova cultura e rispettare il lavoro altrui.
Detto ciò, non è da escludere che questo
progetto abbia un sequel, ma per farlo è opportuno continuare a supportare in
tutti i modi il gruppo (attraverso i social network, You tube ed altri) affinchè si espanda il più possibile.
A
questo punto la domanda iniziale ha una risposta: volevate il rap a Bitonto? Eccovi
serviti.