Ieri,
tutta la giornata incatenati in presidio davanti alla sede della Asl
di Bari, ex Cto, sul lungomare Starita.
Oggi, stessa identica scena, però all’ospedale della Murgia, ad
Altamura, dove dovrebbe esserci anche il sindaco Giacinto Forte.
«Andremo
avanti fino a quando non avremo risposte. Ieri nessuno ci ha
ricevuto, ma la nostra battaglia continua ad oltranza, ed è
importante che l’opinione pubblica sia dalla nostra parte».
A
chiedere spiegazioni e chiarimenti sono Francesco Papappicco, medico
bitontino facente servizio alla postazione del 118 di Gravina, e
Francesca Mangiatordi, che invece lavora al pronto soccorso
dell’ospedale della Murgia.
I
due operatori hanno prestato le prime cure a Domenico Martimucci, il
26enne calciatore che militava nel campionato di Eccellenza con la
maglia del Castellaneta, e morto alcuni giorni fa nella clinica di
Innsbruck dove si trovava per effettuare il programma di
riabilitazione.
Il
giovane era rimasto gravemente ferito in seguito a un attentato
dinamitardo alla sala giochi Green Table di Altamura avvenuto il 5
marzo scorso e che ha provocato otto feriti.
Ebbene,
nonostante abbiano fatto il loro dovere, per Francesco e Francesca la
Azienda sanitaria locale (Asl) ha avviato un procedimento
disciplinare.
Il
provvedimento, come racconta il “Quotidiano
italiano”, arriva
cinque mesi dopo l’esplosione della bomba. Una misura lacunosa,
dentro cui – secondo i due operatori sanitari – si nasconderebbe,
probabilmente, il tentativo di colpire professionisti seri, mai
coinvolti con la giustizia.
«Se
ci sono delle contestazioni gravi sotto il profilo professionale
voglio pene esemplari –racconta
Francesco ai microfoni e taccuini del quotidiano diretto da Antonio
Loconte –così
non fosse si tratterebbe di una persecuzione».
O
magari – è anche l’altra idea – metterli a tacere, perché
l’azienda contesta loro presunti comportamenti non deontologici e
danno di immagine alle strutture oggetto di critica.
Il
perché è semplice.
Da
tempo, infatti, non avendo risposte concrete dopo diverse
segnalazioni, Francesco e Francesca hanno deciso di metterci la
faccia e di denunciare tutto alla stampa. E lo hanno fatto con
l’unico obiettivo di migliorare il servizio di emergenza-urgenza a
vantaggio degli operatori e degli utenti.
E
da ieri, e fino a oltranza, sono addirittura incatenati per protesta,
portata avanti anche con l’hashtag #noicimettiamolafaccia.
Vicinanza
ai due medici-sindacalisti è stata espressa sia dai sindacati Fsi e
Usppi, sia da due consiglieri regionali del Movimento 5 stelle,
Antonella Laricchia e Mario Conca, che hanno annunciato che
«avvieremo
al più presto le verifiche del caso –perché
ci sembra inopportuno che vengano puniti due medici che si sono già
distinti per le segnalazioni su alcuni disservizi degli ospedali, e
che hanno poi permesso dei miglioramenti delle strutture».
Vuole
vederci chiaro anche il presidente della Regione Michele Emiliano,
che ha promesso che chiederà lumi su tutta la vicenda.