C’erano tutti, proprio tutti, martedì scorso a Palombaio, all’atto inaugurale della palestra sportiva dell’I.C. “Don Tonino Bello”, ristrutturata dopo sette mesi di lavori, grazie ai fondi ministeriali (per la sede di Palombaio circa 400 mila euro) rinvenuti nel capitolo Scuolesicure. C’erano tutti, si diceva, a testimoniare che l’educazione sa ridurre ad unità gli intenti, essendo filosofia, cioè sviluppo critico e senso di ogni organizzazione umana.
C’era il sindaco Michele Abbaticchio che ha aggiornato, rivendicandolo puntualmente, il novero delle cose fatte dalla sua amministrazione, e c’era la neo-dirigente scolastica, Mariapia Giannoccari, che ha posto l’accento sull’infungibile valore aggregante dello sport a scuola. C’era il parroco di Mariotto, don Emanuele Spano, il cui gesto benedicente non ha potuto fare a meno di accompagnarsi all’elogio dello sport quale coinvolgimento di tutta la persona umana. E c’erano i rappresentanti della politica, e delle forze di sicurezza, l’antimafia bitontina col Presidio Libera.
Eppoi le insegnanti, e quella coreografia minima degli alunni che si è incaricata di ricordare ai presenti che a scuola, e nello sport, va sempre in scena l’uomo come attore sociale nell’ambito di una compagine che si orienta in base alle sole coordinate possibili: i suoi valori identitari, le tradizioni condivise, la cui ideale sommatoria chiamiamo Cultura.
Ecco, lo scopo precipuo della scuola è di conservare e trasmettere quei valori in cui ogni genitore, alunno, insegnante si riconosce. La scuola diventa così il più attendibile documento d’identità culturale e di coesione sociale.
Non è un caso che la serata inaugurale di martedì scorso abbia ruotato attorno all’altro, grande collante dì tale identità: la memoria. Che è archivio storico e retroterra nostalgico allo stesso modo in cui è educazione e compito spirituale. E che martedì scorso ha raggiunto la sua acme quando l’insegnante Dora Cariello ha ravvivato, nel ricordo commosso specie dei più grandi le toccanti note biografiche di Emanuela Setti Carraro, moglie del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, entrambi assassinati a Palermo in un agguato di mafia, insieme alla guardia del corpo, il poliziotto Domenico Russo, il 3 settembre del 1982.L’esempio di una donna-coraggio, sempre al fianco, nella vita e negli affetti, di un personaggio scomodo, messo all’indice dalla mafia, è uno di quei valori condivisi che riempie di significato e di coerenza l’esperienza di vita.
L’insegnante Anna Romita ha infine letto il messaggio di gratitudine che Paolo Setti Carraro, fratello di Emanuela e medico itinerante in Afghanistan e Africa, ha inviato alle famiglie di Palombaio e Mariotto.
Ecco, a questo mira l’insegnamento, della filosofia come della matematica, e dello sport. Sì, perché una palestra non è solo una palestra ma è anche il luogo in cui socialità e cultura trovano casa, una casa in cui sentirsi tutti figli della stessa profonda radice, e apprezzare la qualità della cittadinanza, che qui ritrova corpo, anima e dignità.