Ecco la seconda parte dell’intervista al presunto boss Domenico Conte, incontrato a fine gennaio scorso, prima che fosse raggiunto da due mandati d’arresto e si rendesse irreperibile.
Qual è la sua giornata tipo?
Mi dedico alla famiglia, a mia moglie, ai miei figli, faccio la spesa, cose normali. Non rimpiango niente. Mi assumo le mie responsabilità su ciò che ho fatto.
E i tuoi parenti cosa pensano dei tuoi “guai”, ti dai tanto alla famiglia… Lo sanno che scrivono un sacco di stronzate.
Che scriviamo, quindi. Cosa diresti un giorno ai tuoi figli?
Di lavorare e studiare. Ciò che è capitato a me, non deve capitare a nessuno.
E della politica che pensi?
Non capisco niente della politica, ma il sindaco che ha fatto? Che ancora prima di seppellirla a quella povera signora, mette la targhetta… non è fare politica quello? Forse perché stanno le votazioni il 4 marzo, forse è solo per tirare voti?
Come vedi il futuro della città, la città è stata militarizzata
Sono ottimista. Ci vuole tempo, faranno degli arresti. Giusti, ingiusti, persone che possono c’entrare, magari gente che non c’entra.
E cosa ne pensi delle persone che stanno collaborando?
Loro sanno, loro sanno quello che stanno dicendo… e se stanno dicendo la verità. Io non ho paura di niente. Eppoi, chi sono queste persone? Il ragazzo colpito (Casadibari, ndr) … Neanche lo conosco.
Pare stia facendo nomi, cognomi…
Di chi conosce lui, forse. Nemmeno lo conosco, 20 anni poi… Poi saranno gli inquirenti a capire … Va beh, bisogna dare delle prove. Dici “A” e poi bisogna capire dove sta questa “A”.
La descrivono come il capo di tutto, colui che muove i fili. Lei è stato oggetto di un po’ di sparatorie. Insomma, hanno provato a farla fuori. Dunque, lei chi è?
Nessuno, io sono nessuno… Ad uccidere qualcuno due minuti ci vogliono… Io non giro mai armato… Uno se ti deve uccidere “nan fàc la iòus”, fa i fatti e se ne va, non ti dà il bigliettino da visita che ti mette in allarme. Quello è perché lui se la sta facendo sotto e spera di trasmetterti la sua paura…
Ma è vero che quando uccisero Vito Napoli, l’obiettivo reale era lei?
L’altro giorno sono stato in causa per questa cosa, c’è stata la sentenza… (leggi qui: https://bit.ly/2F9TK1E).
E ci sono stati i fuochi d’artificio pure (leggi qui: https://bit.ly/2DLa0sT)…
Eh, ho sentito… Ma non so se sono stati per questa cosa… Non si augura a nessuno il carcere, ma loro sanno se sono davvero colpevoli se il pentito ha detto la verità. Certo è che la giustizia ha fatto il suo percorso. Meglio morire che avere una sentenza così.
C’è una cosa che temi? Niente. L’ingiustizia. Quando scrivete su di me. E di ciò che mi combinano le Forze dell’Ordine.
Quanto tempo sei stato in carcere? Dodici anni, però non tutti insieme. In tutto, dodici. Dove sei stato? Palermo, Siracusa, Vibo Valentia, Trani, Melfi, Lucera, Turi per le rapine ai tir, Asti…
Com’è il carcere?
È chiuso. Troppo chiuso. Chi sbaglia, paga. Stanno quelli più leggeri su certe cose, quelli più pensanti. Ma il letto su cui dormi è sempre lo stesso, non è mica il matrimoniale di casa. In carcere ho incontrato i fuoriclasse di quella zona, i veri mafiosi, quelli grandi davvero… Quelli dei pizzini, di Totò Riina.. c’erano i calabresi, siciliani, napoletani e in minima parte pugliesi. Non cambia niente da noi a loro, pure culturalmente.
Per questo lei dice che qui non c’è la mafia?
Perché la mafia sta qua? È delinquenza comune … Sta qualche bastardino che magari ti fa la rovina come quella che è successa. Cani sciolti. Anche l’aria di mafia non si respira a Bitonto. È una parola troppo grande, grandissima… Sono cinque lettere, ma sono pesantissime. Furto, rapine stanno, ma non stanno le estorsioni, né associazioni… è inutile che dicono. Non sappiamo che succede dopo, ma ad oggi quelli sul casellario sono i miei reati.
Quindi pregiudicato lo possiamo scrivere?
Vi attenete a ciò che vi dicono. Mica sapete in fondo come sono le cose.
Noi fonte primaria abbiamo la procura, la Polizia, i Carabinieri … Non siete mai in dubbio? Che percentuale di verità date su ciò che vi riferiscono?
Ma che si prova a tenere una pistola tra le mani e a sparare ad una persona?
Non mi è mai successo, non vi saprei dire. Penso adrenalina. Tu quindi come ti descriveresti? Vittima. Vittima? Vittima del sistema giudiziario. Io sono un capro espiatorio, un nome da mettere nel mucchio ormai da anni.
Ma quindi sei presunto boss?
Sono come tutti gli altri. Io nel mio io… Eppoi, che cos’è essere il boss?
Per quanto concerne gli stupefacenti, che sai?
Niente… Ma ho fumato, sono iscritto al Sert da tre anni, ho il mio passato da tossico purtroppo. Forse è il caso che la legalizzino la droga. Ho sentito che in Parlamento ci stavano pensando … Chi è che non si è mai fatto uno spinello?
Ti hanno descritto come uno violento. Una volta ci fu un episodio di una persona picchiata con un casco…
Sono stato arrestato e poi assolto per quell’episodio. Ma dalle pistole… ai caschi!
Si dice che se c’è da affrontare qualcuno, tu lo faccia in prima persona. Una volta, a piazza Caduti del Terrorismo, pare che tu sia andato da solo a sfidare tutto il clan rivale.
Certo, vado da solo, non mando gli altri. Infatti, non farei mai come fanno gli altri, che mandano i bambini, non avrei mai il coraggio di dire a lui “creati i guai” per salvarmi io. Andrei io personalmente…
E tu non hai paura? Tu non hai paura che qualcuno per strada ti voglia uccidere?
E chi? E le conseguenze chi se le prenderebbe poi? Facesse il suo corso la giustizia… Faranno gli arresti, sicuro.
Fossi nei panni del capo di quelli che hanno sparato e per caso ucciso la signora Tarantino – è una ipotesi – cosa diresti a quel ragazzo?
Io mi sentirei in colpa dell’accaduto al posto del ragazzo o di chi è stato. È brutto quello che è successo, e sicuramente non è stata voluta… è stata una tragica coincidenza.
Per colpa di chi, secondo lei, è morta questa signora?
Bella domanda. Direi per mano di chi l’ha sparata, in primis. E poi direi che è morta per colpa dello Stato. Lo Stato ha voluto questa vittima. Perché se una persona sorvegliata se ne va di là precedentemente, perché non si sente sicuro… E si sa che il sorvegliato ha certi vincoli e magari va da qualche parente e tu Stato vai dopo qualche settimana e dici “torna dov’eri se no ti arrestiamo”, tu che fai? Hai innescato la guerra, tu Stato (Si riferisce a Liso: https://bit.ly/2GLedze, ndr).
Spacciavano sotto casa tua, perché non hai mai denunciato?
Perché gli altri che abitavano non potevano denunciare? Che me ne frega?
Pure i cittadini sono colpevoli, come dicevamo. Se vedo qualcuno a rubare una macchina è mio dovere fare una chiamata, pure anonima, alla Polizia… Fai mettere più poliziotti perché c’è mancanza di sicurezza.‘Sti 100 uomini sono una caricatura, stanno là fermi dalla mattina alla sera…
Ma qualche piazza la stanno smantellando…
Mi fa piacere. E voi ci credete? E per quanto tempo devono stare? A vita devono stare?
Il problema quindi è della giustizia? Io mi sono fatto pure tre anni di carcere per ingiusta detenzione e dopo la scarcerazione morì Napoli. E a me chi mi risarcisce? Lì, in quel caso non avete detto che Conte era innocente? Quando ipotizzarono il clan fui assolto in formula piena perché il fatto non sussiste, con dibattimento ordinario. Chi mi dà indietro la libertà che tu Stato mi hai tolto in quei tre anni?
Capitolo estorsioni. A Bitonto gli imprenditori pagano?
A me non piacciono queste cose… Ero un buon ladro di macchine. Ora lavoro.
Negli anni, tanti altri pezzi da novanta della malavita cittadina sono caduti (Semeraro, Valentini, Cassano), l’unica pedina rimasta in piedi sei tu.
Io mi sto al mio posto, non mi faccio fregare… Sotto lo schiaffo so stare. E io non dovevo avere le intercettazioni, le microspie? Non dovevo cadere da un mezzo gradino? E nemmeno un mio “adepto”, come dite voi? È tutto fumo negli occhi … mi affibbiano queste cose.
In città si sussurra “ca’ sì nu figghj d miul”
E ce so Lupèn? Sempre io ho ragione? E mai mi prendono? E mai mi catturano? Mai dovevo compiere un passo falso?
In Bitonto Capitale Italiana della Cultura, ci credi?
Magari! Io faccio il tifo. Ci vuole sempre il buon senso delle persone, di tutte. Giuste, cattive, buone, malvagie. Devono capire a cosa va incontro Bitonto, a come vuole crescere. Quelli che vivono a Bitonto vecchia sono ignoranti…
Cosa si potrebbe fare per questi ragazzi?
Eh, il lavoro. Se uno ha i figli, i figli devono mangiare. Se uno non ha la possibilità di lavorare, che deve fare? Magari rimangono indietro… e nascono le masse degli ignoranti. Se io fossi in loro andrei a lavorare onestamente.