“Basta promesse sulla sanità. Vogliamo l’ospedale di comunità (che noi però già avevamo, altrochè, ndr)”. “Emiliano non essere sordo. Vogliamo il 118 con il medico a bordo”. “Riapriamo l’Udt”.
Era questa una parte di striscioni presente ieri mattina all’ingresso principale dell’ex ospedale e con cui si voleva spiegare, ancora una volta, che i problemi irrisolti sono tanti. E non si tratta di questioni irrisolvibili, perché sono frutto di inadempienze (volute?) della Regione e di decenni di continui tagli, false promesse e prese in giro. Già, perché la volontà di “spogliare” (qualcuno l’ha fatta passare, incredibilmente, per riconversione) la struttura di via Comes è iniziata a fine anni ’90 e prosegue inesorabile oggi. E le forze di centrodestra (ma non sono mancati esponenti di sinistra) insieme a consiglieri comunali e regionali, dipendenti ospedalieri e cittadini comuni lo hanno ricordato nella protesta di ieri lanciando un solo messaggio a voce alta: interventi subito e immediati affinchè il nosocomio serva in modo efficiente un bacino di oltre 90mila utenti, considerando anche i Comuni limitrofi.
Ed è stato Domenico Damascelli, consigliere comunale, da sempre attento e sensibile a queste vicende e promotore della manifestazione, a snocciolare quello che c’è da fare: scongiurare la chiusura del Punto di primo intervento (è del 2017 la volontà di chiuderne 39 da parte della Regione e domani è previsto un incontro alle 12 in Commissione regionale ) che ha avuto quasi 5mila accessi; l’ambulanza del 118 sia presente a Bitonto e abbia sempre a bordo il medico, pronta per salvare tempestivamente tante vite umane; l’immediato ripristino delle attività dell’Unità di degenza territoriale (Udt), sospesa a marzo 2020 durante la pandemia e mai più riaperta a causa – ufficiosamente – dell’assenza di una scala antincendio, però assente anche quando il prezioso reparto era in funzione; la programmazione immediata dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza anche per il Presidio territoriale di assistenza (Pta) bitontino. In tema di fondi, erano stati promessi 5,5 milioni di euro di fondi Fesr destinati alla riqualificazione della struttura ma sono andati in fumo perché non è mai stato redatto un progetto di riconversione definitiva dell’ex ospedale di Bitonto. E ancora: «Chiediamo di dotare – scandisce l’ex vicesindaco – la struttura di una sorveglianza H24, che consenta di garantire sicurezza agli utenti, agli operatori e alle attrezzature sanitarie e negli ambienti del Pta. Siano riaperte subito le agende per smaltire quanto prima le lunghe liste d’attesa e si deve potenziare l’assistenza domiciliare integrata (Adi). Deve essere effettuata, insomma, in tempi rapidi, una riorganizzazione generale di tutti i servizi da erogare nel Pta». Senza dimenticare un’altra annosa questione: gli ambienti fatiscenti in cui si effettua la Neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza. «Potrebbero essere individuati – sottolinea Damascelli – altri spazi nel Pta, che andrebbero solo adeguati e subito utilizzati».
E anche su questa questione qualcosina si muove: domani alle 10 è previsto un appuntamento nella 1°Commissione consiliare regionale