Possiamo solo immaginare il dolore e la rabbia di Michele Castellano, il nostro valente concittadino che da anni sta provando a donare un sorriso colorato sotto forma di piante e fiori a questa ingrata città. Un’interpretazione personale e, se vogliamo, sublime del concetto di bene comune. Siccome a noi è capitato di incrociarlo all’alba con pesanti fioriere da piazzare negli slarghi del borgo antico per abbellirli, possiamo comprendere cosa avrà provato stamattina dinanzi ad immagini come questa: piazza Cavour, storicamente il salotto di Bitonto, ridotta ad un ignobile porcile. Cartoni, bottiglie, lattine, sedute di pietra bruttate da bevande versate con barbara indifferenza. Testimonianza tanto evidente quanto triste di distanziamento fisico tutt’altro che rispettato. Noi, non avendone i mezzi, non essendo filosofi laureati o sociologi occhiuti, ci limitiamo solo a dire questo: che schifo!