La risposta delle Forze dell’Ordine non tarda ad arrivare. La Polizia di Stato, i Carabinieri , la Guardia di Finanza e la Polizia Municipale stanno mettendo in campo diverse risorse per difendere al meglio la produzione, i terreni, le persone. Di questo abbiamo parlato con il Vicequestore Fabrizio Gargiulo, a capo del locale Commissariato di Bitonto.
Da quello che emerso dalle interviste, gli agricoltori si sentono abbandonati, lamentando che viene dedicata più attenzione nel centro abitato che non nelle campagne. Cosa si può fare per non farli sentire di “serie B”? «La realtà economica del territorio verte molto sull’attività produttiva che deriva dalle campagne, quindi sono un elemento importante e non devono assolutamente considerarsi di “serie B”. È ovvio che per un mero dato statistico, per la concentrazione della popolazione, il centro urbano ha bisogno di maggiore attenzione. Ciò nonostante, si stanno mettendo in campo tutta una serie di strumenti per far sì che anche i territori agresti, più ampi, più lontani dal paese, vengano presidiati nel modo più opportuno».
Come si è pensato di affrontare l’emergenza della sicurezza nelle campagne. Ci sono stati coordinamenti tra forze dell’ordine, frantoiani, istituti di vigilanza, amministrazione, cosa è emerso? «Stiamo iniziando ad affrontare questa campagna olearia con tutta una serie di strumenti. C’è stata massima attenzione e sensibilità al problema. Ho avuto modo di incontrare i rappresentanti dei frantoi, di coordinarmi con le altre Forze dell’Ordine, con gli istituti di vigilanza, l’amministrazione, chi opera nel settore agricolo, per adoperarci al meglio e far fronte alle esigenze delle persone». « Ho ricevuto gli agricoltori, coloro i quali subiscono in prima persona eventuali fenomeni negativi: anche loro hanno chiesto un supporto e assieme abbiamo individuato delle strategie comuni da poter adottare – continua il Vicequestore -. Queste possono passare attraverso vari sistemi come la protezione passiva dei campi: ci sono strumentazioni tecnologiche che la Polizia Municipale usa davvero con successo nell’hinterland e la proposta è stata ben accolta da tutti quanti. Per quanto riguarda l’attività di prevenzione, l’arma dei Carabinieri, con il Capitano Vito Ingrosso, la Guardia di Finanza, con il Luogotenente Mario Perillo, la Polizia Municipale, con il Maggiore Gaetano Paciullo, stanno fornendo un contributo significativo per garantire una maggiore presenza sul territorio».
«Il problema è complesso, forse atavico in questo come in altri territori dell’hinterland che si occupano di questa realtà produttiva – confessa Gargiulo -. Per questo, abbiamo organizzato dei servizi alternati tra le varie forze di polizia per fornire un adeguato supporto anche agli istituti di vigilanza che operano in campagna. Proprio questi ultimi grazie alla loro presenza e conoscenza specifica nell’agro bitontino sono il primo front office per contrastare il fenomeno. È chiaro che vanno adeguatamente sostenuti e supportati perché non sempre hanno la possibilità di essere di contrasto in un territorio molto ampio come questo».
Molti agricoltori hanno lamentato la ferocia e la malvagità con cui avvengono i furti e le rapine a mano armata per il furto dei mezzi. Come stanno cambiando i reati nel territorio? «Ad oggi non abbiamo nessuna denuncia per furto di mezzi agricoli con rapina a mano armata, quindi, questo dato non trova riscontro nei fatti. Non so se in realtà i reati stanno cambiando: la campagna è appena iniziata. Si stanno registrando sì i primi furti, ma anche i primi interventi per contrastarli. Ci sono già delle persone individuate, denunciate, dei mezzi sequestrati».
Uno dei reati più diffusi è la ricettazione. Se c’è qualcuno che ruba, c’è qualcuno che acquista olive. Come intende comportarsi con i frantoiani? «I frantoiani devono fare la loro parte cercando di riconoscere i carichi di provenienza furtiva, facendo segnalazioni e garantendo l’intervento delle forze dell’ordine. Ad ogni modo i frantoi e le zone circostanti saranno oggetto di capillari controlli e ispezioni non solo da parte della Polizia di Stato, ma con il coinvolgimento dell’Ispettorato del lavoro e il Servizio Igiene e Sanità Pubblica della Asl».
«Ho avuto modo di incontrare i rappresentati degli oleifici che lamentavano tutta una serie di problematiche: è vero che sono coloro i quali acquistano il prodotto, ma non necessariamente questo fa sì che facciano parte di una rete di ricettazione – aggiunge il commissario -. Certo è che il frutto non ha in sé una matricola, qualcosa che li può mettere palesemente in condizione di riconoscere un prodotto di provenienza furtiva. Ma sono certo che troveremo un modo per collaborare e mettere fine a certi fenomeni».
Lei proviene da Andria, altra terra vocata all’agricoltura: quali best practice si potrebbero riproporre qui? «Quel che adopero sempre è il binomio tra prevenzione e repressione e dialogo continuo e costante con tutti gli attori coinvolti: non solo tra le forze dell’ordine, ma anche con istituti di vigilanza, amministrazione comunale e quindi con la polizia municipale e tutte le associazioni di categoria, così come ho spiegato. Ad ogni modo, quel che occorre è la denuncia, la segnalazione, la collaborazione da parte di tutti e non solo durante e per la campagna olivicola», conclude Gargiulo.