I sindaci dell’Aro Ba2, riuniti il 31 gennaio 2018 a Modugno, hanno espresso un “no”secco all’ipotesi di realizzazione dell’impianto di ossicombustione Newo.
Un impianto di cui si temono i rischi di inquinamento per un impianto sperimentale in un territorio già segnato da altri impianti e da discariche.
Ed è per questo che i comini dell’Aro Ba2 hanno anche concordato sulla necessità di programmare un Consiglio Comunale per ciascun Comune, in cui proporre un documento unico che ribadisca le motivazioni tecniche e politiche della contrarietà all’impianto Newo e che sottolinei la contraddizione della politica sui rifiuti della Regione Puglia, la quale da un lato si pronuncia a favore dell’economia circolare per la chiusura del ciclo dei rifiuti e dall’altro autorizza progetti di combustione e incenerimento degli stessi. Sarà il Comune di Modugno a dare la partenza alla serie dei consigli comunali con una seduta aperta e monotematica fissata indicativamente al prossimo 17 febbraio.
Si cerca intanto di coinvolgere anche i comuni limitrofi, come Bitonto, dove ieri è intervenuta Tina Luciano, assessore all’Ambiente del Comune di Modugno, che ha spiegato ad un pubblico composto da associazioni e forze politiche di maggioranza e opposizione, i motivi della contrarietà all’inceneritore e i rischi che si temono.
«La Newo ci ha assicurati che impianti del genere sono a basso impatto ambientale, per cui bisognerebbe promuovere questi tipi di strutture, ma la domanda che ci dobbiamo porre è se esistano o meno altri impianti del genere» sostiene l’assessore modugnese, rispondendo ovviamente in maniera negativa: «La Asl ritiene che non ci siano i requisiti per valutare adeguatamente l’impatto ambientale e sanitario e per affermare con assoluta certezza che non ci siano rischi per la salute dei cittadini».
Un altro motivo per essere contrari è per Luciano la legge regionale che, dal 2012, chiede ai comuni di impegnarsi per aumentare la quota di raccolta differenziata, nell’ottica di un’economia circolare dei rifiuti, in cui il rifiuto è recuperato e riutilizzato: «Qui si va in direzione contraria. C’è una contraddizione, perché il modello di economia proposto è lineare, non più circolare. Si va dal consumo al conferimento nell’inceneritore. Ci sembra che questa soluzione sia una sorta di scorciatoia per ovviare al problema del conferimento in discarica. Una soluzione all’italiana. Ma così vengono annullati tutti gli sforzi e gli investimenti fatti dai comuni per incentivare la raccolta differenziata».
D’accordo con Tina Luciano il sindaco di Palo del Colle Anna Zaccheo, seduta tra il pubblico, e l’assessore all’Ambiente Rosa Calò che sottolinea un’altra contraddizione con le politiche di incentivo alla raccolta differenziata. L’azienda foggiana ha infatti ricevuto fondi regionali per 20 milioni: «È assurdo».
Calò invita infine tutti i cittadini ad una “rivoluzione culturale” che riduca sempre più i rifiuti prodotti: «La nostra intenzione è di eliminare i bidoni e di avviare la raccolta porta a porta in tutta la città. Ma non illudiamoci che basti questo per eliminare tutti i problemi, tra cui vi è anche l’abbandono dei rifiuti in campagna. È un problema di cultura. Noi non possiamo riempire le strade rurali di vigili e telecamere. Occorre riflettere su come i nostri comportamenti individuali incidano sull’ambiente. Non possiamo esimerci dall’assumerci le nostre responsabilità. Se ognuno facesse correttamente la differenziata, di rifiuti ne rimarrebbero pochi».