La presentazione di tutta la documentazione utile a valutare e verificare l’incidenza sul territorio e sul carico urbanistico delle opere in progetto, nonché a dimostrare la conformità delle stesse al vigente Piano urbanistico generale e alle relative zone agricole. Ma anche tutti quei documenti necessari per valutare le misure di compensazione e di riequilibrio ambientale e territoriale, ed elaborati scritto-grafico da cui si evincano le particelle interessate e i relativi proprietari.
Sono comuni e sulla stessa lunghezza d’onda le osservazioni inviate nei giorni scorsi da Bitonto e Palo del Colle in merito alla realizzazione di un parco eolico composto da cinque pale alte circa 120 metri, da collocare nelle campagne tra i due Comuni, tra le frazioni di Palombaio e Mariotto. La volontà è di un’azienda milanese, la “Green energy development”, che ha già effettuato richiesta al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica dell’istanza per l’avvio del procedimento di Valutazione di impatto ambientale (Via). Il progetto ha come obiettivo la trasformazione del sistema energetico attraverso la progressiva sostituzione delle fonti fossili con quelle rinnovabili, decarbonizzando il sistema produttivo nazionale con l’obiettivo al 2030 di aumentare la produzione di energia da fonte eolica del 75 per cento rispetto al 2016 (clicca qui per articolo urly.it/318kx6). Il 7 marzo si è chiusa la prima fase della vicenda, con la raccolta delle varie osservazioni. Oltre a quella dei due Comuni, è arrivata quella della Regione Marche, dell’associazione ambientale bitontina “Ambiente è vita” e di un privato cittadino.
Proprio secondo il comitato, «l’installazione degli aerogeneratori avrà un impatto visivo rilevante e, essendo la zona caratterizzata dalla visuale aperta e da un paesaggio rurale dalla elevata valenza storica e agricola, rende l’impatto fortemente impattante sul territorio. Da un punto di vista ambientale, invece, l’installazione delle turbine in una zona caratterizzata da ulivi monumentali comporta possibili danni agli uliveti protetti dalla legge regionale del 2007 in fase di installazione». Non è tutto, perchè secondo gli ambientalisti i benefici derivanti dall’impianto sarebbero limitati a causa della bassa efficienza dell’impianto stesso, elevato impatto sul paesaggio e sugli ecosistemi locali, costi di dismissione elevati.
La palla adesso passa alla società lombarda, che avrà un mese di tempo rispondere alle osservazioni fatte.