Una conferenza stampa destinata, sin da subito, a creare polemiche e fratture. È quella che, sabato, si è tenuta allo Officine Culturali e che ha visto i consiglieri comunali che compongono la Commissione di Controllo e Garanzia trattare i problemi legati all’impiantistica sportiva cittadina. Presenti, il presidente Franco Natilla (Bitonto Riformista), Carmela Rossiello (Forza Italia), Giuseppe Fioriello (70032) e Massimo Lacetera (Riformisti Cattolici Popolari). Non ha partecipato, invece, il quinto componente della commissione, Domenico Pinto (Partito Democratico).
Ad aprire è Natilla, spiegando la volontà di chiarire un problema sorto negli ultimi tempi e riguardante l’impiantistica sportiva e il suo utilizzo: «Un problema sorto a partire dal 24 settembre. La commissione, nella seduta di quel giorno, si soffermò sulla delibera di giunta 170, riguardante le tariffe per l’utilizzo delle palestre scolastiche e degli impianti sportivi non scolastici».
«Con la legge 131/83 – afferma Natilla – lo Stato ritenne che i servizi pubblici a domanda individuale, come ad esempio, trasporto pubblico, mensa scolastica, l’utente debba pagare una tariffa. Stabilì, inoltre, che tra gli impianti sportivi, sono compresi anche gli stadi comunali. Chi determina la tariffa è l’amministrazione comunale, non arbitrariamente, ma sulla base dei costi di gestione. Poi la giunta comunale, sulla base della propria autonomia, può decidere non solo gli importi, ma anche agevolazioni per categorie svantaggiate. Ci siamo resi conto che la giunta non ha fatto tutto questo. Ed è una cosa grave, perché noi abbiamo anche appurato che la delibera di giunta relativa alla decisione delle tariffe è una delibera prodromica all’approvazione del bilancio comunale. Non so come sia stato possibile, in questi anni, omettere il passaggio sull’approvazione delle tariffe per l’utilizzo degli impianti sportivi».
«Questa commissione non sta lì a perdere tempo. Nel momento in cui si accertano determinate situazioni, scrive al sindaco e ai dirigenti dell’apparato amministrativo. Abbiamo scritto tempestivamente, ma una risposta non è mai giunta. Non è mai stato fornito un chiarimento. Siamo stati ignorati dall’amministrazione comunale. Sia noi consiglieri di opposizione, che quelli di maggioranza. Dagli uffici, invece, abbiamo avuto puntuali risposte, con una nota di ben sette pagine, molto dettagliata. Vuol dire che la commissione non ha preso un abbaglio. La commissione si sforza di offrire un supporto all’amministrazione. Non ci siamo mai sognati di svolgere un ruolo diverso da quello che ci compete. Non facciamo un controllo di legittimità degli atti. Però, nel momento in cui notiamo una distonia, una mancanza relativa ad alcune norme, lo facciamo notare, sperando che l’amministratore agisca di conseguenza».
Concetto ribadito anche da Giuseppe Fioriello: «Non stiamo facendo lesa maestà contro alcuno. La Commissione di Controllo e Garanzia non fa altro che adempiere al compito di facilitare l’attività dei consiglieri comunali, per protendere verso l’efficienza dell’amministrazione».
«Leggiamo semplicemente i documenti e prendiamo atto di quel che è scritto» aggiunge Rossiello.
Natilla, dunque, passa in rassegna le problematiche dei maggiori impianti sportivi cittadini: «Al Rossiello abbiamo anche riscontrato l’impossibilità di usare gli spogliatoi, in quanto in stato pietoso. Lavori di ripristino sono stati fatti, ma i certificati di collaudo e agibilità sono arrivati in un secondo momento. Al PalaBorsellino (che ospita le partite della squadra di calcio a 5 femminile cittadina, nel frattempo passata in serie A, ndr), abbiamo evidenziato l’assenza di spazi idonei per tifosi, servizi igienici precari, spazi non idonei per i disabili e ingressi non distinti. Anche in questo caso non abbiamo avuto risposte, a parte una determina per l’acquisto di tribune modulari, per un importo di 41mila €. Dopo esserci confrontati con il responsabile dell’ufficio tecnico Dellorusso, abbiamo appreso che la struttura in oggetto non era stata pensata per ospitare spettatori ma era utilizzabile solamente da 99 addetti ai lavori, tra atleti e personale. Le gradinate, infatti, sono state montate la mattina e smontate la sera, come testimoniano alcune foto. La struttura era stata concepita per attività non agonistiche, non per pubblico spettacolo».
Ma, in realtà, come fa notare la stampa, trascorsi cinque anni e caduti i vincoli imposti dalle normative legate ai finanziamenti, si potrebbe intervenire sulla struttura e adeguarla. Possibilità confermata, almeno sul piano teorico, da Natilla e dagli altri tre consiglieri, che, tuttavia, sottolineano: «Così com’è, non può ospitare nulla. Bisognerebbe abbattere una parete su un lato e dubito si possa fare, senza compromettere la struttura. Si farebbe prima ad abbatterla e a costruirne una nuova. Poi bisognerebbe costruire i servizi igienici e non è cosa da poco. Bisognerebbe fare un percorso di sicurezza, in base alle norme antincendio. Questo percorso non esiste perché non è stato concepito sin dall’inizio».
«Quelle di cui abbiamo parlato sono circostanze di cui la Commissione è obbligata dare notizia», ribadiscono i consiglieri, sottolineando come, da parte loro, non ci sia la volontà di arrecare danno allo sport cittadino, ma solo quella di supportare l’amministrazione e di controllare che si segua la legge. A tal proposito, continua Natilla: «Se avessimo avuto una struttura idonea, non avremmo perso tempo per dare il nostro contributo, ma così non è. Un amministratore invece di raccontare bugie, invece di dire che io voglio la distruzione dello sport, dovrebbe amministrare la cosa pubblica con saggezza e non come fosse un piccolo condominio».
La conferenza è stata anche occasione per parlare di un’altra storica struttura sportiva cittadina, il Palazzetto dello Sport che si erge accanto al Maria Cristina di Savoia e sull’eventuale possibilità di realizzare interventi, sempre smentita dal sindaco alla luce della poco chiara situazione della proprietà dei terreni. Rispondendo alle domande della stampa, Natilla dice: «Non si contano in Italia le strutture condonate o regolarizzate. Non c’è stato nessun tipo di iniziativa, in questi anni, per tentare di trovare una soluzione a questo problema».
E, sul suo ruolo da consigliere, negli anni scorsi, in Città Metropolitana e sulla possibilità di contribuire alla risoluzione del problema del Palazzetto, rivela: «La mia esperienza, ad opera di qualcuno al di fuori, è stata negativa. Fu messo in testa al sindaco metropolitano che io avrei dovuto avere la delega allo sport. Ma quando mi resi conto di avere una disponibilità finanziaria pari a zero, mi dimisi».