Per andarsene in silenzio e senza troppo clamore intorno ha scelto i giorni della neve. Quattro passi sul manto bianco per salire sulle nuvole e sbarcare in Paradiso.
Mi piace pensarlo così il transito della signorina Tina Pasculli, morta ieri a 95 anni. Catechista. E non servono molte altre parole per descriverla. Catechista.
Ha iniziato e educato alla fede molte generazioni di ragazzi, tra la metà degli anni ’50 e gli anni 60, nella Parrocchia di San Giorgio a Bitonto, meglio conosciuta come la chiesa dei Santi Medici e oggi sede del Centro Ricerche di storia e arte bitontina.
Ricordo che per insegnarci il segno di croce lei lo faceva al rovescio, in modo che noi bambini, avendola di fronte, non fossimo indotti a sbagliare.
Una cura attenta, meticolosa, misurata, gratuita, continua ai gesti e soprattutto ai bambini che le venivano affidati.
Fu lei che, la sera del 3 giugno 1963, appena finita la lezione di catechismo ci invitò a sostare ancora per qualche minuto in chiesa per pregare per il papa che stava morendo. Arrivati a casa sapemmo dalla televisione che Giovanni XXIII il nostro papa buono, il papa della carezza se ne era andato.
La signorina Pasculli era nata lo stesso giorno mese e anno di San Giovanni Paolo II (18 maggio 1920) ed era coetanea di mio padre. Nella chiesa bitontina,che aveva come protagonista femminile la signorina Anna De Renzio, lei e tante altre catechiste hanno servito e lavorato in silenzio, nelle retrovie, quasi nell’ anominato.
La ricordo con gratitudine. Non solo e non tanto per le “nozioni” che io ed altri abbiamo imparato, ma per la lezione di vita che ci hanno lasciato: seminare ed educare, sempre con l’esempio. Grazie, signorina Pasculli.