DI VINCENZO LISI
Ho sempre amato i piccoli, che, in realtà, sono i veri grandi della Storia coloro che hanno cucito le trame della nostra comunità. Nel cuore del centro storico, via Amedeo fino a via San Rocco, in epoca antica pre-industriale, durante gli anni d’oro del boom economico, con il dilagare illimitato e spudorato della cosiddetta società dei consumi, era una strada popolata da sarti, questi preziosi artigiani delle stoffe e dei colori. Nel nostro paese, chi era sarto aveva un patrimonio culturale di vita e conoscenze, fantasia e abilità. Mio zio Vito era un sarto – come il signor Lillino Marinelli in foto -. Soffiando sulla polvere dei giorni sono sorte scuole di sarti importanti. A Bitonto venivano da tutto il mondo per imparare e per acquistare. Da quegli affascinanti atelier sono usciti parecchi uomini di “cultura” pre-agricola, prima che la borghesia razziasse pure l’ultimo granello di dignità dei figli dei contadini. Eccomi con il rispettabilissimo signor Lillino nella famosa “strada dei sarti”, maestri nel vestire, alchimisti di emozioni d’antan, tessitori di storia di vita quotidiana, con il loro ago d’oro hanno vestito l’intera comunità rurale. La semplicità, che è sempre eleganza, contraddistingueva il Signore in foto, che era uno di quei celebri sartori come mio zio e il grande, l’impareggiabile Nino Gentile, poeta della pace e dell’amore, prima che chiudesse bottega, tempo fa, per volare in giro per il mondo ad illustrare le meraviglie della scuola sartoriale bitontina…