Immortalato così, mantiene ancora una sua fiera regalità nella postura.
Sulle basole indorate dal sole di piazza Marconi (l’ampia sua casa che ha per tetto il cielo e lo fa sempre meno randagio), lui pare sia lì da sempre.
Come gli atleti etiopi infaticabili di una volta, ha un’anagrafe nebulosa. Con una certezza, però.
Chi lo ricorda, ha calcolato che potrebbe avere almeno 24 anni. Che, tradotti secondo l’aritmetica canina, dovrebbero equivalere a più di cento anni per un uomo.
Nessuna cerimonia solenne né torte con selve di candeline per lui, però è un gran bel traguardo, non c’è che dire.
Insomma, Bambù, questo simpatico meticcio dal pelo chiaro, è eterno. Si è pappato un quarto di secolo della nostra storia contemplandoci dalle ginocchia in giù, e molti non gli saranno sembrati malaccio. Sono cuore e testa che ogni tanto non ci funzionano, ma tant’è.
Il saggio quadrupede, epigono senza lanterna del filosofo Diogene, è stato adottato dalla varia umanità che frequenta la manica della frisola, ma in particolar modo dal grande Saverio, che con vigile amorevolezza di lui si prende cura quotidianamente.
Certo, gli acciacchi del tempo sono quelli che sono, ma Bambù continua imperterrito a sorvegliare Bitonto, nonostante in questi giorni natalizi i più piccoli (e non solo) si esibiscano nello sparo di rumorosi petardi.
Ma pensiamo che il “secolare” cucciolone abbia ormai fatto l’abitudine alla nostra altrettanto secolare inciviltà.