“Ho girato tutta la Puglia, conosco bene
tutte le province, 4 anni e mezzo all’ufficio prevenzione generale il più grande
della Questura che ha competenza sui settori speciali come cinofili, squadra
nautica, volanti. Molti lavori li abbiam fatti a Bitonto col reparto
prevenzione crimine”.
Si presenta così il
dottor Giorgio Oliva, 53 anni, originario di Lecce, che da qualche
settimana ha preso posto nell’ufficio di dirigente
capo del Commissariato di P.S. di Bitonto.
E non ha perso
tempo.
Da quando si è insediato già s’è mosso in maniera tale da conoscere ancora
meglio il territorio sul quale dovrà operare: “Ho già organizzato numerose riunioni operative con gli uomini della Guardia
di Finanza, i Carabinieri e la Polizia Municipale, perché credo fortemente nel coinvolgimento di tutti i partner che agiscono
sul territorio, a qualsiasi titolo. È fondamentale la sinergia istituzionale
per essere presenti ed essere vicini alla città, ha sempre funzionato in tutti
i luoghi dove sono stato: le professionalità si sommano e si moltiplicano e le
informazioni pure. È un modo efficace per combattere la carenza di organico che
interessano purtroppo un po’ tutti quanti”.
Dunque, la nostra città. “Sono nuovo,
qui, certo, ma le zone calde le conosco bene, poiché già avevo incontrato il
mio predecessore Francesco Triggiani per la prevenzione di reati in danno all’agroalimentare
e avevo modo di conoscere il presidente dell’Associazione antiracket Desciciolo”.
La sua visione del
rapporto tra tutela della legge e criminalità: “La paura ingigantisce l’avversario, lo rende più pericoloso e alla fine
è difficile trovare strumenti adeguati per fronteggiare il fenomeno. Uno:
bisogna dimensionare in maniera equilibrata la malavita. Due: credo molto nel
valore dell’associazionismo, che è sempre foriero di cose positive, associarsi
significa accrescere e diramare il potenziale d’intervento nella comunità”.
Dunque, qualche raggio di sole in questa che per
molti cittadini pare una notte perenne: “Una
cosa volevo dire: la vivacità che ho trovato a Bitonto è abbastanza rara, qui
si aprono attività mentre altrove chiudono, c’è una grande parte sana che si sta
avviando sulla strada giusta, e la fiducia nel futuro deve essere una leva per
andare avanti tutti quanti insieme; è molto più facile trovare collaborazione e
senso vicinanza in qualcuno che crede nel futuro piuttosto che in chi ha un
pensiero negativo”.
Ecco, di
conseguenza, la strategia d’azione: “Noi come forze di polizia dobbiamo
predicare una cosa: meritare fiducia e assicurare un impegno massimo. Ho
trovato una struttura sana perché Triggiani ha fatto un ottimo lavoro
organizzativo e di stimolo, c’è un’ottima base, baderò molto di più ad attività
di prevenzione. Prevenire e meglio che curare, la nostra attività sarà mirata
su zone e fasce orarie dove avvengono più frequentemente i reati”.
Ma la collaborazione dei bitontini non deve
mancare mai: “Le segnalazioni dei
cittadini sono importantissime, una mancata telefonata o una denuncia non
sporta sono un danno per la comunità, perché impediscono di intervenire e fanno
ignorare le reali dimensioni del fenomeno, le denunce danno il via per
procedere nel modo più efficace, senza collaborazione non siamo nessuno. Non ci
si deve limitare al reato già consumato, ma si deve chiamare anche solo per un
mero sospetto, una faccia mai vista vicino ad una scuola, in un condominio, intervenire
prima per noi significa guadagnare tempo. Ha funzionato a Bari, dove le
telefonate al 113 sono aumentate del 30percento ed è cresciuta la fiducia nelle
istituzioni ed è aumentato il rapporto quotidiano tra cittadini e forze di
polizia”.