Da sempre, il borgo antico della nostra città ha avuto le fascinose sembianze di un presepe. Certo, il suadente labirinto di vicoli e corti, spesso, svela un palazzo tristemente diroccato, una chiesetta silenziosamente chiusa, un angolo odiosamente dimenticato. Però, quelle pietre che grondano storie e memorie, troppe volte oltraggiate da chi profitta degli spazi angusti per compiere scelleratezze, possono anche far sorgere nell’anima di chi le vive cotidie un sentimento di fierezza e riscatto. E chi se non le donne poteva designare e disegnare un Natale così meraviglioso fra quei vicoli e quelle piazzette? Così, Teresa – senza voler mancare di rispetto a nessuno, racchiudiamo nel suo nome quello di tutte le altre: belle, sorridenti, orgogliose, di tutte le età – e le sue compagne, con profonda gioia e dolce fatica, hanno addobbato quegli spazi bui per colmarli di luce, ovverosia presepi, alberelli e velluti rossi ovunque. E, dulcis in fundo, al tepore di via Arco Pietrogianni, le loro mani abili preparano materne i manicaretti succulenti che la tradizione della festività impone. Così tutto si illumina di bellezza e, anche solo per lo spazio salvifico di pochi giorni, si dileguano gli usati affanni. E il Bambino nasce felice nella grotta del cuore di ognuna di queste donne esemplari.