In quel viaggio di ritorno a casa, in quella frazione di
secondo prima della fine, in quel treno che quotidianamente riporta a casa
tutti noi, uno studente come me e come tanti altri pendolari perde sguardo e mente
nell’onda fantasticamente tragica di quel giorno, riflessa sull’ombra di quella
macchia mediterranea che contraddistingue il nostro sud.
“Ho fatto il massimo e il massimo forse non basterà”, avrebbe
pensato il mio caro collega mentre ritornava a casa, immediatamente dopo aver
avuto un ennesimo colloquio con il suo professore, che ancora una volta avrebbe
trovato un difetto alla sua tesi o finalmente avrebbe inserito il suo nome tra
i prossimi laureandi.
“Chiedo gentilmente
informazioni del mio laureando di Corato che stamane si è recato da me per
ultimare la sua tesi di laurea….”.
Dopo aver letto queste parole postate nel gruppo facebook
studentesco, ho compreso che per il mio compagno universitario il 12/07/2016
sarebbe restato comunque un giorno da contrassegnare sull’agenda del suo Ipad,
da cui non si staccava mai: “qui c’è la mia vita in un touch” era solito dire.
Un professore alla ricerca disperata del suo laureando, un
gruppo facebook trasformato in un trampolino di post mobilitati ad avere notizie
sullo studente e ore di blackout interiore per tutti noi, suoi compagni di
studio. Ad un tratto una notifica illumina lo schermo del mio Iphone e sblocca
ogni quesito: “Tutto bene, è salvo… riporta ferite, ma è fuori pericolo!”
Per un attimo i nostri visi si sono rasserenati, ma ancora i
nostri pensieri sono segnati dal terrore di quelle vite spezzate, dalle
immagini strazianti trasmesse sui social e da una strage mondiale che mai
avremmo voluto raccontare.
Tra quegli ulivi sono passati i sogni e le speranze di tutti
gli studenti, di tutti i pendolari; quei vagoni sono stati i contenitori di
ansie e paure pre-esame e di rabbia e stanchezze post-lavoro. Ogni giorno
puntuale senza mai tardare, quel treno raccoglieva vite diverse che mai
avrebbero immaginato di essere tradite dal loro più grande confidente.