“Creare un mondo alternativo a quello reale, può modificare la percezione della realtà? Tutto ciò che percepiamo è “filtrato” dalla soggettività, ma un mondo costruito ed adattato oggettivamente ad ognuno di noi, in solitudine, può generare un cambiamento nei processi comunicativi e relazionali di ciascuno di noi? Dove ci può portare il Metaverso?”.
Lo psicologo e psicoterapeuta Antonio Di Gioia, Dirigente psicologo Asl BT e past president dell’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi di Puglia, analizza il rapporto tra ciò che è reale e ciò che è virtuale, nato dal dibattito che sta animando la discussione sul Metaverso, l’universo parallelo che, seppure a rilento rispetto alle previsioni dei suoi creatori, sta prendendo sempre più piede nella quotidianità.
“Il bisogno di crearsi uno spazio – spiega Di Gioia – che sia altro rispetto a quel che conosciamo, una realtà alternativa nel virtuale, potrebbe essere fonte di isolamento, meno relazioni reali, maggior solitudine, più ansia e il contatto con la vita reale potrebbe cambiare completamente. La costruzione di legami e il sentirsi appartenenti ad un gruppo sociale sono concetti che man mano stanno lasciando le esperienze comuni, sostituite da chat e immagini che alterano la percezione, le emozioni, l’attenzione, la memoria. Potrebbero cambiare il sentire e reagire, provare una sana rabbia o una gioia sincera, i sentimenti che potrebbero essere sostituiti da momentanei stati d’animo tradotti in immagini create digitalmente e testi asettici”.
A questo proposito Daniela Sannino, psicologa e psicoterapeuta, aggiunge: “Si acuiscono le paure più che i desideri, evitando il contatto umano ed emotivo si mistifica la realtà, ci si allontana dai rapporti umani, il toccarsi e l’avvicinarsi vengono sostituiti, annullati. Visori e cavi non possono sostituire un abbraccio, o la meraviglia di uno sguardo, che scatenano un susseguirsi di emozioni difficili da tradurre. La sfera emotiva è fondamentale per le relazioni umane, nella sua interezza, per preservare il benessere psico-fisico che permette di stare al mondo e impegnare al meglio le energie da spendere in ogni ambito della vita, lavorativo e personale”.
“Lo sanno bene anche i creatori del Metaverso – conclude la psicologa – e credo sia importante non demonizzare la tecnologia che per altri obiettivi ed in alcuni contesti, può anche essere necessaria alla riabilitazione, ma preservare con grande cura le relazioni umane vis a vis”.