Il primato griffato da Leonardo Saponaro sul circuito di 7 km alla periferia artigianale di Bitonto – 52,84 km in un’ora di pedalate mozzafiato dietro un battistrada – rappresenta il meglio e il peggio della nostra città. Infatti, se, da un lato, racconta l’impegno e la passione degli Amici di Marco nel coccolare l’atleta e nell’organizzare la manifestazione – e maledetto quell’autobus che ha fatto crollare l’arco di trionfo gonfiabile all’arrivo -; dall’altro ha fatto registrare la stolta supponenza beffeggiante dei leoni da tastiera che hanno, nell’ordine: canzonato il ciclista semiprofessionista, lamentato la violazione della quiete di un meriggio agostano, denunciato la paralisi di un paio d’ore (dicesi un paio d’ore!) della mobilità nel quartiere teatro dell'”official attempt”. E, tuttavia, due “nei” si possono rimarcare: la viabilità alternativa che poteva essere gestita meglio e, soprattutto, le “pessime condizioni dell’asfalto” che, insieme agli imprevisti climatici, “hanno conferito una particolare pericolosità al suo tentativo”, com’è stato sottolineato persino da Londra. Ecco, questa è davvero una nota dolente. Per un semplice motivo: perchè Leonardo, in sede di conferenza stampa di presentazione, aveva quasi implorato che venisse rifatto il manto lungo il percorso che avrebbe dovuto compiere quel giorno. Ma, tra un sorriso e l’altro, i giorni scorrevano malinconici e quei 7 km fra via Lazzati e via Giovinazzo rimanevano così com’erano. E, vi prego, non riesumiamo il frusto adagio mozartiano “così fan tutte (le amministrazioni)”, utile sempre in funzione autoassolutoria, ché stavolta proprio non serve (e, in generale, sempre meglio ispirarsi a chi è più bravo). Dal momento che era davvero sconsolante vedere Saponaro alzarsi sui pedali e smettere di spingere in prossimità di piccole buche e fessurazioni per evitare di capitombolare mestamente giù dalla bici. E sappiamo bene quanto anche solo qualche secondo possa fare la differenza in questo tipo di record. Quanta tristezza… Comunque. Con i 100 km sorbiti in 79 minuti sul rullo a Gioia del Colle, sale quindi a 4 il numero di titoli mondiali del giovane recordman originario di Ceglie Messapica (BR) e dirigente del Gruppo Sportivo Kailia. Complimenti a lui, un po’ meno a noi.