Lunedì 24 Ottobre, l’auditorium del Liceo scientificoha accolto studenti, genitori, docenti di tutta la città in occasione
dell’incontro con Gianpietro Ghidini, il promotore del Pesciolino Rosso. L’obbiettivo di questa fondazione è proprio
quello di peregrinare di scuola in scuola, di città in città e far capire ai
giovani l’importanza della vita, dei rapporti umani, dell’amore. Vuole dar loro
una speranza, una luce.
«L’evento nasce dalla morte di un nostro caro studente,
compagno, figlio, il 7 ottobre 2015, quando tutta la nostra comunità scolastica
ha vissuto la tragedia di Donald.–
rivela il prof. Giuseppe Ungaro– Dopo qualche settimana, un genitore di un alunno
di I A Scienze Applicate, il sig. Carlo D’Angelo, partecipando al nostro
dolore, da padre a padre mi disse che
conosceva un altro padre che aveva subito lo stesso tipo di lutto, riuscendo a
trasformarlo in speranza per gli adolescenti attraverso un impegno sociale.
Allora l’intesa per organizzare un incontro edificante per e con i nostri
ragazzi e i loro genitori fu subito una possibilità che è diventata realtà
grazie all’adesione solerte del Dirigente Scolastico. Così lunedì dalle ore
17.00 alle ore 20.00 il liceo, con la presenza di oltre 400 persone, si è
trasformato in una “fucina” dove, grazie alle parole ma soprattutto al vissuto
di Gianpietro, è stato possibile
sciogliere il metallico muro tra adolescenti e adulti, tra docenti e
studenti, tra genitori e figli».
L’incontro si è inaugurato con la lettura da parte di
Alessandra Valerio, alunna di II A, della poesia “Giorno per giorno” diGiuseppe Ungaretti dedicata al figlio scomparso all’età di 9 anni.
I versi hanno visibilmente commosso Gianpietro, il quale
ha utilizzato il poema per intavolare la sua storia.
Emanuele aveva 16 anni quando, inconsciamente, si è
tolto la vita buttandosi nel fiume Chiese. La sera del 24 Novembre 2013, il
ragazzo uscì con degli amici, tutti maggiorenni. Questi lo esortarono a provare
sostanze stupefacenti e Ema, nella sua ingenuità, le assunse. Il 16enne era su
di giri, la sua percezione delle cose era cambiata, falsata, peggiorata e così,
in preda ad un momento di massimo entusiasmo, il ragazzo si tuffò nelle acque
del fiume.
La potenza del Chiese non ebbe pietà.
Gianpietro ha descritto al suo pubblico tutte le
emozioni, le sensazioni, i pensieri, le paure che lo pervasero nei 20 minuti di
viaggio che lo separavano dal luogo del decesso, nel momento in cui ha ricevuto
la notizia, nella visione del fiume.
E’ riuscito a trasformare il suo dolore in
forza, speranza, ottimismo, in uno scopo: far capire ai giovani che la droga, i
social network, l’alcol sono un malvagio rifugio, un criminale alleato. Ci si
affida a loro perché non si instaurano buoni rapporti interpersonali, non c’è
fiducia, amore nella vita di chi si droga, di chi beve, di chi passa la sua
giornata dinnanzi ad un cellulare.
Attraverso libri, incontri, siti… Gianpietro vorrebbe
appagare giovani e adulti, renderli consapevoli del fatto che potrebbero essere
buoni amici, buoni figli/genitori.
L’esito dell’incontro è stato molto positivo:
professori, insegnanti sono intervenuti con parole significative.
«Si è potuto creare un ponte di mani e braccia aperte e
protese per stringersi ed abbracciarsi. Si spera che si voglia andare oltre la
forte emotività del momento, che non sia un fuoco di paglia ma un roveto
ardente» afferma Ungaro.
La mattina seguente, in sig. Ghidini, grazie alla
sollecita disponibilità della Dirigente Scolastico, ha incontrato gli studenti
del liceo classico C. Sylos.
Prima che Gianpietro prendesse la parola, la
studentessa Maria Rosaria Berardi di VBL ha cantato con spontanea
partecipazione “Bridge over troubled water” di Simon and Garfunkel, canzone
tematicamente legata all’evento.
«Questo papà instancabile ha stabilito un contatto
catarticamente significativo anche con altri giovani che hanno partecipato con
la ragione e con il cuore, con intelligenza e con emozione o, come direbbe
Goleman, con “intelligenza emotiva”» termina Ungaro.