“Oggi sono negati i diritti costituzionali. Noi da che parte stiamo oggi rispetto agli immigrati? Come aumenteranno al Sud le libertà negate, nel momento in cui passerà la legge sull’autonomia differenziata del ministro Calderoli?”. Così è intervenuto il monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano allo Jonio e vicepresidente per l’Italia meridionale alla Conferenza episcopale italiana, nel corso della prima giornata del Diritto in Piazza, il festival del diritto organizzato dal Centro Sapere Aude che ha avuto inizio ieri, nel Teatro Traetta di Bitonto.
Il vescovo si è rivolto soprattutto agli studenti presenti in sala (“Vi invito a non fidarvi di noi adulti, siamo poco credibili”) toccando diversi temi, tra cui quello del diritto alla salute e dell’immigrazione, del caso di Cutro, di internet, privacy e della situazione al Sud (anzi, dei “tanti Sud”) Italia.
“Noi su questi temi ci giochiamo la democrazia. Dobbiamo smettere di trattare l’immigrazione come una questione emergenziale e non strutturale. Se leggete il report degli italiani che vanno all’estero come numero sono maggiori degli immigrati che arrivano qui”.
“Dobbiamo recuperare – ha aggiunto – una prassi di obiezione di fronte a certi decreti, che mi preoccupano. Mi preoccupa la banalità con cui si affrontano certi temi, l’analfabetismo delle istituzioni”.
In dialogo con lui c’erano anche Michele Ainis, ordinario di Diritto pubblico dell’Università Roma Tre, e Beppino Englaro, padre di Eluana e socio della Consulta di Bioetica di Milano. Da anni fautore di libertà di cura e terapia, Englaro ha ricostruito la vicenda umana e giudiziaria che ha coinvolto sua figlia, rimasta in stato vegetativo per 17 anni in seguito a un incidente. “Eluana era una perla rara, libera, forte, e con un concetto molto definito della libertà e della dignità. In famiglia con noi aveva già affrontato l’argomento: il suo unico taboo era la profanazione del suo corpo”.
Di immigrazione si è discusso anche nel primo appuntamento della seconda giornata del Festival, in piazza Aldo Moro, dove sabato mattina (7 ottobre, oggi n.d.r.) il Garante pugliese delle persone sottoposte a misure restrittive, Piero Rossi, ha discusso di “Libertà e disagio giovanile” con Ignazio Abbadessa, PM della Procura del Tribunale di Bari, e Francesco Bellino, Ordinario di Filosofia morale, etica della comunicazione e Bioetica Università Lum.
“Il sistema europeo prevede che le persone in attesa di rimpatrio vengano trattenute per molti giorni, anche mesi, in luoghi che sono peggio delle prigioni”, ha dichiarato a margine dell’incontro Piero Rossi. “Riguardo l’accompagnamento dei minori, alcune spinte ideologiche mettono in pericolo alcune leggi come quella che, in caso di dubbi sull’età del migrante, lo si consideri un minorenne. Oggi accade il contrario, nel dubbio un minore lo si considera già adulto”.
Il Garante ha poi proseguito sulle condizioni delle carceri pugliesi, caratterizzate da “carenze importanti, nonostante la spesa pubblica investi molto sul settore. Ma non se ne percepiscono gli effetti. Per i detenuti la negazione dei diritti fondamentali è un fatto concreto: parliamo di accesso alla salute, all’istruzione. In Puglia l’affollamento è un’emergenza che periodicamente ci mette in testa alle classifiche, e questo mentre c’è carenza di personale. Un problema non solo per la sicurezza, ma anche per la realizzazione di progetti all’interno del carcere”. E ha concluso: “Anche nel sistema penitenziario minorile, nonostante sia un modello all’avanguardia, ci sono dei limiti a cui il nostro sistema di welfare non riesce a sopperire”.
Gli appuntamenti proseguiranno nel pomeriggio al Teatro Traetta con l’incontro sulle libertà negate alle donne, a cui parteciperanno la ricercatrice senior dell’Università dell’Insubria, Farian Sabahi, l’arcivescovo di Bari-Bitonto Giuseppe Satriano e Debora Cilento, consigliere regionale della Puglia e vicepresidente Commissione regionale di studio e d’inchiesta sulla criminalità organizzata in Puglia. Sempre sul palco del Teatro Traetta, alle 20.30, la compagnia ResExtensa di Elisa Barucchieri porterà in scena”Il silenzio dei diritti negati”.
Domani, domenica 8 ottobre, la rassegna si conclude con ben quattro appuntamenti. Alle 9.30, in Piazza Moro, l’avvocato e presidente dell’associazione “Bitonto Sportiva”, Antonio Saracino, sarà in dialogo con Gaetano Salerno, vicepresidente della stessa associazione e tecnico qualificato FIDAL, sul tema delle libertà negate nello sport.
In corso Vittorio Emanuele, alle ore 10.00, è attesa l’esibizione dei giovani atleti dell’associazione “Bitonto Sportiva”. Alla stessa ora, al Torrione Angioino, ci sarà il dialogo a cura della Cooperativa sociale Zip.h, “Diritti e limiti di una vita di qualità”. Modera Daniela Altomare, presidente della cooperativa.
Alle 10.30, al Teatro Traetta, i bambini dell’Istituto Sacro Cuore di Bitonto saranno protagonisti di una breve lezione sulla libertà nell’incontro “Libertà dai bambini ai bambini”.
Sempre al Teatro, alle ore 18.00, ultimo talk sulle libertà negate in famiglia: parteciperanno Nichi Vendola, Don Angelo Cassano (referente Libera Puglia), Emanuele Pinto, magistrato del Tribunale di Bari e Vincenzo Muscatiello, ordinario di Diritto penale dell’Università degli studi di Bari. Chiuderanno l’incontro i saluti istituzionali di Francesco Paolo Sisto, viceministro alla Giustizia, e Michele Coletti, presidente del Centro Studi Sapere Aude.
A conclusione del Festival, alle 20.30 sul palco del Traetta saliranno Cosimo Damiano D’Amato e Pierdavide Carone con “E sogno la libertà”, un viaggio poetico e musicale tra le canzoni che ci hanno saputo raccontare il valore della libertà.