Quando si sarà spenta pure l’eco dell’ultimo battito del cuore, in quell’appartamento di via Crocifisso sarà sceso un tetro silenzio di morte. Lo sgomento muto delle cose, testimoni di una tragedia. Le pareti rivestite di nera nostalgia. Il corpo senza vita avrà iniziatomica lentamente a disfarsi, le ossa saranno diventare di pietra. Sarà starà questa la prima tappa del calvario invisibile del pover’uomo 86enne che è stato rinvenuto cadavere ieri a mezzogiorno nel basso di quella strada centrale. Nessun macigno da far titolare via: c’era solo da spaccare la porta di quel sepolcro che aveva tenuto murato per tre settimane qurll’un tempo industre sarto. Lo stillicidio delle ore più non aveva da ferire nessuno, se non trafiggere una assordante solitudine. Alle finestre avrà picchiato saltellante la pioggia, il vento avrà pure soffiato leggero sull’uscio, il sole invano avrà dorato le pareti. Tutto inutile. Quell’uomo era lì, riverso sul pavimento, senza più respiro. Da giorni. Una crocifissione sfuggita a tutti e senza resurrezione, proprio durante i riti pasquali. In quel vuoto buio pieno di nulla, dov’era il calore di un abbraccio? E il conforto di una parola? Dove l’amore di una carezza? Ed è forse questo il dramma vero del nostro tempo: essere connessi vita natural durante chini su un display, e non riuscire più a sentire il lamento dell’uomo che soffre…