Chissà se lo ha fatto anche ieri. Forse, l’eco della meritatissima festa non era facile da spegnere e gli abbracci gioiosi s’erano presi tutto il tempo e lo spazio, però, sono convinto che avrà immaginato di compiere il suo rito personale. Nessuna scaramanzia, solo amore per il volley. Quando una partita finisce e ripone nel borsone tablet e cartellina, Francesco si siede al centro del palazzetto per ascoltarne il respiro segreto. Che sa di battute, ricezioni e schiacciate, certo, ma pure storie, anime, sacrifici, sogni, rinunce, successi e sconfitte. Tutto quello che fa della pallavolo un meraviglioso mondo senza eguali.
Al PalaMazzola, ieri sera, battendo per 3 a 1 il Brescia, la Prisma Taranto ha riconquistato dopo undici anni la Serie A1 che oggi si chiama Superlega.
“Un’impresa stupenda, bellissima”, ha commentato con sacrosanta soddisfazione il braccio destro del mago Vincenzo Di Pinto (e non è mica facile lavorare h24 con un Mito – E così il nostro Francesco ha coronato il sogno di toccare la vetta del movimento pallavolistico italico – secondo concittadino dopo il grandissimo Michele Carelli -, da un lato, e chiuso un giro (per ora) in quella terra, la Puglia, da dove tutto era partito per arrivare ovunque nel mondo, Austria e Venezuela incluse.
Infatti, lì, sul parquet tarantino, l’amico Nicola Ciocia, innamorato autentico dello sport, gli ha donato una t-shirt con un’immagine meravigliosa: il volto sorridente del professore Vincenzo Schiraldi, il presidente galantuomo della Volley ball Bitonto, che aveva voluto Francesco coach. E si sono riannodati i fili della passione e della memoria, come fossero bianchi aquiloni, che, danzando in un cielo azzurro e puro, scrivevano la parola “gratitudine”.