Il vigneto che Gioacchino e i suoi fratelli avevano nelle campagne di Mariotto era molto più di una proprietà.
Era l’eredità che nonno Gioacchino aveva lasciato loro, come fosse una sorta di filo d’amore che collegava presente e passato.
Rappresentava, dunque, i ricordi di un’intera famiglia e il lavoro di tante vite che per quella terra ancora oggi continuano a spendersi.
Di quel vigneto, però, ora non resta più niente. Alcuni giorni fa, qualcuno ha pensato di radere al suolo le ben 14 vigne, piantate lì dal nonno al prezzo di enormi sacrifici.
“Sono incazzato come una bestia, ma rimetterò tutto in piedi in onore della mia famiglia“, spiega Gioacchino -il nipote ventinovenne- con un tono di voce che svela livore e sgomento al tempo stesso.
E continua, con un attacco al suo paese e alle istituzioni: “Mi sento depredato della mia terra, pugnalato al cuore da un paese che non riesce a gestire niente né a tutelarci“.
In realtà, l’episodio che ha travolto la famiglia bitontina non è un caso isolato nel territorio delle frazioni.
Già qualche mese fa, un altro mariottano aveva dovuto sopportare il sopruso di un intero vigneto completamente distrutto, guarda caso proprio a poche settimane dalla raccolta.
Sui presunti “vessatori’, però, pare che in entrambi i casi le vittime abbiano sospetti ben precisi e sperano vivamente che qualcuno cominci finalmente a tutelarli, intervenendo con tempestività e risolutezza